E' chilometrico e sa di alloro il tappeto rosso che oggi solca il suolo dell'intera Regione. Una distesa di genio, impegno, condivisione, arte e visionarietà, aperta dall'ultimo Festival del Cinema di Cannes con lo scopo di condurre fin qui, nel bel mezzo dello Stivale, tutto il cuore del cinema d'autore dell'ultim'ora, quello "di nicchia", quello che non poggia il suo successo sulla scrivania di grandi imprenditori, quello che, oggi come mai, vuole essere per tutti sinonimo di alta qualità. Il mezzo sarà una rassegna tutta per il grande schermo, "Le vie del Cinema da Cannes a Roma e in Regione", inaugurata il 14 giugno scorso nella Capitale e prevista fino al 18 giugno. Sei le sale coinvolte: tre capitoline - Eden, Fiamma, Giulio Cesare -, l'Etrusco di Tarquinia, il Palma di Trevignano; è nostro immenso piacere, tuttavia, poter contemplare in questa breve lista di "cinema prescelti" anche il Multisala Corso,che oggi accoglie la proiezione di due grandiose opere cinematografiche, presentate fuori concorso a Cannes nella Quinzaine des Réalisateurs.

Abel Ferrara firma il primo titolo in programma, la cui proiezione è prevista per le 18:30 in Sala 2. "Alive in France" - questo il titolo della pellicola - , con lo stesso Abel Ferrara, Joe Delia e Paul Hipp, si configura come una retrospettiva cinematografica che ancheggia tra i concerti francesi dedicati alle canzoni e alla musica dei suoi film. Dai preparativi con gli amici e con la famiglia ai momenti più intimi di una vita, trascorsi con i colleghi Delia (compositore) e Hipp (attore e cantante), e con la moglie Cristina Chiriac, fino ai palchi raffinati del Metronum di Tolosa e del Salo Club di Parigi nell'autunno scorso.

Alle 20:30 la Sala si apre ad altro repertorio, quello di Amos Gitai, che del resto con la sua originalità ha ben saputo distinguersi nella marmaglia di cineasti internazionali che hanno partecipato alla manifestazione. in "West of The Jordan River" ritroviamo i territori occupati a ovest del fiume Giordano, dove il talento di Gitai si è raggomitolato per del tempo al fine di descrivere gli sforzi dei cittadini, degli israeliani e dei palestinesi, che cercano di superare le conseguenze dell'occupazione. Descriverlo bene, raccontarlo nella maniera migliore. Il film mostra i legami umani intrecciati con i militari: donne e uomini che, con gli occhi perduti in una politica fallimentare, si alzano e agiscono in nome della loro coscienza civica, mostrando un'energia che rappresenta una proposta concreta per il cambiamento a lungo auspicato. Il rispetto dei diritti umani, la libertà d'espressione dei giornalisti; un senso di comunità palpitante, anche dove non si vede.