E' molto più di un festival, è un momento di confronto e dibattito che nasce da idee giovani. Da un progetto di alternanza scuola-lavoro nascono le Giornate delle Migrazioni, una rassegna che per il 60esimo anniversario del campo profughi "Rossi-Longhi" di Latina regalerà alla città eventi, mostre, proiezioni, concerti, occasioni di incontro e riflessione sul tema dei movimenti migratori. Hanno organizzato tutto gli studenti di una classe del liceo scientifico G.B.Grassi, coordinati dalla giornalista Emanuela Gasbarroni e dalle docenti Renata Testa, Serena Cassoni, Giustina Risolo e sostenuti in questa loro iniziativa dall'Amministrazione comunale e dall'Università La Sapienza.

 

Dal 1957, all'indomani dell'invasione dell'Ungheria, fino al 1989, caduta del Muro, circa 100mila persone in fuga dai paesi dell'est sono passate dal campo di Latina per poi andare in Canada, Australia e Stati Uniti. Fu il primo vero campo di accoglienza per stranieri in Europa, gestito dal Cime e dal Ministero dell'Interno. Il 20 ottobre 1957 venne intitolato a Roberto Rossi Longhi.

 

Gli eventi della tre giorni si svolgeranno il 19, 20 e 21 ottobre presso la sala conferenze del Liceo scientifico G.B Grassi e la sede dell'Università La Sapienza, a Latina. Includono conferenze, reading, visite guidate al campo, proiezioni, esposizioni, concerti, racconti e testimonianze. Nell'ambito della rassegna verrà proiettato il documentario "Fuga per la libertà", di Emanuela Gasbarroni, di recente selezionato in concorso al festival Internazionale "Visioni dal mondo". Nella giornata del 20 ottobre interverranno il nipote e il fratello di Roberto Rossi Longhi che, dopo aver pianificato per conto del Cime la ricollocazione delle migliaia di rifugiati ungheresi, morì per un tragico incidente pochi mesi prima dell'inaugurazione del campo. Saranno presenti inoltre molti ex rifugiati giunti per l'occasione dal Canada, dagli Stati Uniti e dalla Francia. Il pomeriggio del 19 sarà dedicato agli artisti in mostra presso l'ex campo profughi, alle testimonianze e ai racconti di persone di Latina che ricordano questa pagina di storia importante della nostra città.