È questo un momento in cui i led luminosi hanno quasi del tutto sostituito le affiches e la pubblicità televisiva ha tolto spazio ai cartelloni. E proprio in questo contesto c'è chi vuole lanciare una sfida attraverso il linguaggio della carta. È arte ma al tempo stesso una lingua da imparare e decifrare fatta di strappi e sovrapposizioni. Ancora una volta la Galleria Papier di Sabaudia invita tutti a soffermarsi, imparando nuovamente ad osservare. La mostra, visitabile da oggi, si chiama "Collage & Decollage".
In galleria c'è Mimmo Rotella con i suoi poster cinematografici (multipli decollage), dove la continuità dei brani dell'immagine, scoperti dalle lacerazioni, rafforzano la dimensione da sogno già sintetizzata nel manifesto. L'altro artista è Alfonso Marino, importante collagista contemporaneo, il quale lavorando con le più usurate immagini possibili e cioè con quelle prelevate dall'illustratissima stampa periodica, e contaminandole con parole non meno usurate, si diverte a creare nuove ed affascinanti costruzioni. Ed è lo stesso Marino a parlarci delle sue opere e ad accompagnarci su quel sentiero che attraversa la selva delle eclettiche immagini dei poeti visivi. «Per me che sono un autodidatta - esordisce Marino - tutto è iniziato negli anni ‘80. Dovevo partire per le vacanze e ho deciso di comprare dei tubetti di colore e dei pennelli. Affascinato dai pittogrammi ho iniziato a diluire il colore e a realizzare dei segni». Da quel momento comincia una lunga fase di pittura caratterizzata da immagini quasi oniriche sospese nelle sfumature di blu. «Ho abbandonato la pittura - continua - perchè sono rimasto affascinato dalla carta. In realtà avevo studiato in passato la poesia visiva e il modo in cui alcune immagini simbolo venissero concettualmente capovolte era sempre stato per me molto interessante. E sono partito da lì, un percorso che oggi mi ha portato a realizzare soggetti come gli "ibridi" in mostra nella Galleria Papier». Alfonso Marino ha esposto presso alcuni degli spazi più importanti per quanto riguarda l'arte contemporanea in Italia; ciononostante ha deciso di non vincolare le sue opere ad una interpretazione univoca. «Quando realizzo i collage - continua l'artista - non inizio con un tema prestabilito. Nella mia cartellina ho delle immagini ritagliate che sono lì da anni e poi un giorno trovano la loro metà per essere assemblate. Ci sono immagini prese da cataloghi, riviste, ma ci sono anche parole e frasi. Solo alla fine capisco il messaggio». È l'opera quindi che indica il significato e non il contrario. «Mi piace pensare - conclude - che ognuno possa vedere negli ibridi quello che la sua formazione, il suo carattere, la sua cultura intesa come esperienza di vita gli suggeriscono». Seguendo una geometria delle emozioni ogni cosa ha il suo posto nella Galleria Papier del giovane Matteo Pippa che investe e crede nelle potenzialità di Sabaudia.
«L'intento - commenta - è di mostrare come il Marino e il Rotella, con due tecniche affini, riescano ad umanizzare i reperti del quotidiano trasformandoli in un'opera d'arte, come se la carta prendesse coscienza del suo stato e le fosse concesso di fare emergere la componente emozionale».