Non è stato altro che un "arrivederci", quello con cui il Visioni Corte International Film Festival ha congedato il suo pubblico nella sera di sabato scorso, nella solenne cornice del Castello Baronale di Minturno. Forte dell'alto patrocinio del Parlamento Europeo e della Medaglia del Presidente della Repubblica recentemente conferitale, la sesta edizione più delle altre ha saputo regalare emozioni indimenticabili agli spettatori pontini: ha proposto loro sguardi desueti e intimi sulle congiunture attuali, ha raccontato ed esorcizzato i mali sulla scorta di questi tempi balzani sulla scorta di una delicatezza succinta che da sempre contraddistingue il cortometraggio e ne fa un prodotto artistico dallo straordinario valore.
«Il bilancio anche quest'anno è sicuramente molto positivo – ha rassicurato la direttrice artistica della kermesse, Gisella Calabrese, sempre impeccabilmente sostenuta dall'Associazione "Il Sogno di Ulisse" è dal suo Presidente, Giuseppe Mallozzi -. Un'"edizione dei record", per il numero di film candidati come per la partecipazione del pubblico, che c'è stata ed è stata entusiasta sin dalla prima sera. Considerando che quello del cortometraggio continua ad essere un cinema di nicchia, vedere la sala del Castello piena per sei giorni consecutivi non può che renderci orgogliosi». E la sala registrava il tutto esaurito anche sabato, per la cerimonia di premiazione, cui hanno presenziato anche il Sindaco di Minturno Gerardo Stefanelli, alcuni ospiti provenienti dal panorama cinematografico internazionale e un raggiante Fortunato Cerlino (il "boss" Don Pietro Savastano di "Gomorra – La Serie", oppure il falco Peppe nel film di Toni D'Angelo) che si è detto felice di aver fatto ritorno in quel di Minturno a diversi anni dalla sua ultima sortita al Teatro Romano di Minturnae (la cui attuale inattività lo ha chiaramente dispiaciuto) e anche sorpreso dal livello qualitativo delle opere selezionate per la finale.
Grandi emozioni per il tributo reso dal Festival all'amato Paolo Villaggio, calorosi gli applausi del pubblico alla costanza dell'impeccabile organizzazione a cura del sodalizio "Il Sogno di Ulisse", presieduto da Giuseppe Mallozzi; sessanta i cortometraggi candidati alla vittoria – dapprima se ne contavano 912, poi drasticamente ridotti da una giuria tecnica di esperti e operatori del settore - e prestigiosi i premi assegnati. Vediamoli:

• Sezione CortoAnimation: vince "Icky", regia di Parastoo Cardgar (Iran), "per aver saputo raccontare in maniera originale e delicata la diversità, il problema dell'omologazione, la ricerca dell'accettazione degli altri senza usare parole, ma lasciando parlare le immagini, con una nota finale di sorpresa e speranza".
• Sezione CortoMusic (videoclip): vince "The Arch", regia di Iryna Nikolaienko e Anton Shatohin con le musiche dell'Ukrainian Ethno Symphonic Orchestra (Ucraina), "per aver saputo raccontare, attraverso una sorta di opera rock di 7 minuti, la storia di una zona devastata dal disastro nucleare di Chernobyl, con immagini di ieri e di oggi, con una potenza visiva accompagnata da una musica altrettanto potente ed espressiva. A 30 anni da quel terribile giorno, oggi una nuova speranza".
• Sezione CortoDoc (documentari): vince "Fiammifero – Male non fare, paura non avere", regia di Lorenzo Ambrosino (Italia), "per aver saputo raccontare una storia come purtroppo ne esistono tante nel nostro Paese (e non solo) con rispetto e dignità, con un occhio attento ma non invadente, per riconsegnare la vita di un uomo tra varie difficoltà, con tenerezza ma anche con un messaggio di speranza".
• Sezione CortoFiction Italia: vince "A casa mia", regia di Mario Piredda (Italia), "per aver saputo raccontare con delicatezza e senza molte parole, ma con una fortissima carica espressiva affidata alle immagini, la storia di due solitudini e di un amore silenzioso e inespresso, che trova il suo svelamento solo quando ormai è troppo tardi, ma al contempo una storia più ampia del suo territorio e dei piccoli centri che si spopolano, lasciando malinconia e ricordi".
• Sezione CortoFiction International: vince "Touch", regia di Noel Harris (Canada), "per aver saputo raccontare con poche parole, ma con la delicatezza delle immagini, l'interpretazione degli attori e i loro gesti una storia profonda di amore e dolore, difficoltà e perdono. Un'analisi dell'animo umano in punta di piedi, con sentimento, rispetto e un colpo di scena finale".

Sono stati attribuiti anche sei premi speciali:
• Migliore regia: vince Kristof Deak (Ungheria) con "Mindenki", già Premio Oscar quale Miglior Cortometraggio dell'anno 2017, "per aver saputo raccontare, con abilità registica, una storia originale, ma anche la storia di un'amicizia, di una passione, attraverso la musica e il canto, per celebrare la solidarietà e l'unione".
• Miglior sceneggiatura: vince Alexsander Pfeuffer (Germania) con "The Wedding Patrol", regia di Rogier Hardeman, "per aver scritto in maniera divertente e originale una commedia moderna, perfettamente al passo coi tempi, giocando sui luoghi comuni e sulla discriminazione, con ironia e un filo di leggerezza".
• Migliore fotografia: vince Fabrizio La Palombara, direttore della fotografia di "A casa mia", regia di Mario Piredda (Italia).
• Migliore attrice protagonista: vince Krystin Pellerin (Canada) per "Touch", regia di Noel Harris, "per aver interpretato in maniera intensa e sofferta una donna che, posta tra due fuochi, fa una scelta che le costa fatica, ritrovando forse un legame affettivo ormai perduto, con dignità e profonda delicatezza".
• Miglior attore protagonista: vince Luis Alberto Dobre alla sua prima esperienza davanti alla camera da presa per "Gionatan con la G", regia di Gianluca Santoni (Italia), "per aver interpretato con spontaneità e credibilità la vita di un ragazzino di periferia tormentato da un padre violento contro una madre succube. Una storia tristemente contemporanea vista con gli occhi di un bambino che, per salvare la madre, arriva a una decisione estrema".
• Miglior montaggio: vince Valerio Vestoso per "Ratzinger vuole tornare", regia di Valerio Vestoso (Italia).
La giuria popolare, composta da un numero sempre uguale di persone che ogni sera ha guardato e votato ogni film proposto, ha assegnato il Premio del Pubblico a "Chika, die Hündin im Ghetto", regia di Sandra Schießl (Germania); la direzione artistica, dal canto suo, ha omaggiato con una menzione speciale al cortometraggio "Mostri" di Adriano Giotti (Italia), "per aver raccontato una storia difficile con una scelta registica quasi sperimentale e straniante, per il coraggio e il pathos che questo cortometraggio provoca, andando a toccare le corde più intime dello spettatore, attraverso un'interpretazione toccante e indiscutibilmente credibile. Un film che non si può dimenticare". Infine, poiché l'organizzazione ha avviato una partnership con il Cosmos Minturno – Comitato per la mobilità sostenibile, è stato premiato nella sezione aggiuntiva CortoBike il più originale cortometraggio a tema bicicletta, "Champions", di Anastasija Brauniger (Iraq).
Insomma, la faretra di Visioni Corte sembra aver scagliato in favore dei suoi spettatori il massimo concepibile delle risorse. Anzi forse qualcosa di più, specie considerando che, per una preziosa partnership con iPatch Tv, ai più meritevoli sarà consegnato un buono omaggio che consentirà loro di distribuire nei canali di diffusione multimediale americani i loro cortometraggi. Perle di ingegno e tenacia in viaggio per il mondo. Stupefacente. E già si pensa alla prossima edizione: «Abbiamo diverse idee e una bozza di programma per la testa - ha concluso la direttrice artistica -. I criteri di selezione e valutazione naturalmente resteranno rigidissimi, ma cercheremo di lavorare sulla location, sull'accoglienza, e di ottenere il sostegno di chi, questo territorio, lo vive e amministra giorno dopo giorno. Lavoriamo anche per Minturno, dopotutto. Con il tempo adatto, con le giuste finanze».