Dopo le feste dei marroni di Rocca Massima e Segni, arrivano le sagre delle castagne di Norma e Carpineto. Domenica 29 ottobre i due paesi lepini saranno avvolti dai profumi delle caldarroste. A Norma, fare abbrustolite le castagne sono dei veri e propri maestri: le cucinano sulla brace lentamente, girandole e rigirandole, e, una volta cotte, le mettono sotto le felci o le avvolgono con una tovaglia di panno e le lasciano «confessare» per una ventina di minuti. C'è anche chi, durante la loro cottura, le cosparge di mezzo bicchiere di vino rosso per renderle più gustose e digeribili. Sì, più digeribili perché l'aggiunta di vino ne favorisce la cottura e caldarroste perfettamente cotte aiutano ad assimilare l'amido che contengono. Oltre che arrosto, sia a Norma sia a Carpineto le castagne verranno proposte in tanti altri modi, soprattutto come ingrediente nella preparazione di alcuni nuovi piatti che negli ultimi anni hanno rivoluzionato la cucina lepina: l'arista con castagne, la minestra con legumi e castagne, il pollo ripieno di castagne e le fettuccine fatte con farina di castagne. Anche diversi dolci vengono preparati con le castagne. E si trova pure il castagnaccio, che è sì un dolce toscano ma ormai è presente in tutt'Italia. Soprattutto nelle zone dove è sviluppata la castanicoltura, come, appunto, i Monti Lepini. Ecco la ricetta: s'impasta la farina di castagne con acqua e sale, si mette l'impasto in una teglia e si inforna. Solo a cottura ultimata, si cosparge di pinoli e rosmarino. C'è un'altra versione che prevede l'aggiunta di uva passa e zucchero all'impasto. Da precisare che a Rocca Massima e a Segni sono stati festeggiati i marroni. Sui Monti Lepini la castinicoltura è plurisecolare. Qui il castagno trova un habitat particolarmente favorevole: i terreni, freschi, soffici e fertili, sono ricchi di sostanze alcaline e di potassio e hanno una giusta acidità. Ma anche le condizioni climatiche ne favoriscono la coltivazione. In Italia si coltivano trecento varietà di castagno, alcune delle quali hanno ottenuto il marchio di qualità dall'Unione Europea. Sono coltivate un po' dappertutto: sulle Alpi, fino a quota 800-900 metri, lungo gli Appennini, in Calabria, in Sardegna e sulle pendici dell'Etna. La loro coltura fu diffusa dalla contessa Matilde di Canossa. Il castagno (Castanea sativa) è una pianta di origini preistoriche: risale al periodo cenozoico, quando ebbe inizio la diffusione delle latifoglie sulla terra. Cresce in tutta l'Europa meridionale, in Asia Minore, in Algeria, nella Penisola balcanica e in Austria. Sia a Norma sia a Carpineto, così come negli altri paesi dei Monti Lepini, la castanicoltura è praticata perlopiù da persone di una certa età e costituisce un reddito integrativo di altre attività primarie. Le castagne di questi due paesi sono dolci, molto saporite, con la buccia interna che si stacca facilmente. E sono facilmente riconoscibili: di media grandezza, di colore marrone leggermente striato, con la pasta del frutto bianca avorio.