Con la mortadella, con il prosciutto e i fichi, con le verdure saltate in padella, con i formaggi, con il tonno e il pomodoro, con la bresaola e la rucola, con la mozzarella di bufala e il pomodoro, con i broccoletti e con questi ultimi assieme alla salsiccia. In questi e tanti altri modi viene farcita la "falia" di Priverno. E così riempita ancora oggi viene mangiata anche all'aperto, nella sua versione più tipica, oppure con le misure della "falietta" (non oltre i centocinquanta grammi) e della "mezzafalia" (la metà della "falia", quindi cinquecento grammi). Tornando ai modi con cui viene farcita, quello con i broccoletti è il più tradizionale. E a questo connubio, considerato un "matrimonio" tra sapori locali perfettamente riuscito, a Priverno dedicano da anni una sagra: la prossima edizione si svolge domani - sabato 24 febbraio - e, a causa delle inclementi condizioni meteorologiche, domenica 18 marzo. Ad ospitarla sono due distinti luoghi del centro storico: la Piazza del Comune, incastonata tra la Cattedrale e il duecentesco palazzo comunale, e la Piazza Trieste.
Sulla sua storia e le sue peculiarità lo studioso Franco Pelagalli ha realizzato una ricerca, secondo cui la "falia" non è né pizza né pane. Di forma rettangolare, lunga cinquanta/sessanta centimetri e larga circa venti, è uno dei prodotti simbolo di Priverno. Ha lo spessore di due dita e la mollica, dal color bianco opaco, è soffice e profumata. I tre solchi longitudinali sono il suo segno distintivo. Vengono praticati prima di infornarla e, sempre prima di infornarla, viene oleata. Ecco perché assume un bel colore bronzeo-dorato. Ciò è dovuto anche alla tecnica di cottura. A differenza della pizza infatti, che viene cotta in genere prima del pane, viene infornata dopo, a una temperatura più bassa. Ed ecco perché si distingue dalla pizza e assomiglia al pane.
Stando alle testimonianze orali, già tra la fine dell'Ottocento e l'inizio del Novecento si trovava in commercio, "allorquando a Priverno esistevano molti forni artigianali dislocati nelle varie zone del centro storico, tutti all'interno delle mura medievali", e in questi anni non ha mai cambiato né i connotati né il sapore. Anche il suo peso è rimasto invariato: un chilo.