A distanza di due settimane esatte dagli arresti, dal blitz dei carabinieri e dalle prime notizie sull'inchiesta che ha scosso nel profondo Latina, catapultandola nell'era di Mani Pulite e anche peggio, l'inchiesta "Olimpia" è a un bivio. Non c'è più neppure un indagato in carcere e, visto quanto deciso oggi dal Riesame, con l'annullamento delle misure cautelari sei primi sette che hanno fatto ricorso, a breve anche gli altri sembrano destinati a dire addio ai domiciliari. Un'indagine che ha avuto un primo intoppo quando, per una dimenticanza nell'ordinanza cautelare, lo stesso gip, prima degli interrogatori, ha rimesso in libertà Silvano Spagnoli e Roberto Pellegrini. Poi, dopo gli interrogatori appunto, sempre il gip ha concesso i domiciliari all'ex sindaco Giovanni Di Giorgi e al funzionario comunale Nicola Deodato. E ora la libertà disposta dal Riesame. Decisione che non potrà che incidere sulla decisione che la Camera dovrà prendere per il deputato Pasquale Maietta, per il quale l'arresto si fa così ipotesi sempre più remota. Sarà importante conoscere le motivazioni alla base dell'ordinanza del Tribunale della libertà. Se la decisione è stata presa per assenza di esigenze cautelari, visto che ormai in piazza del Popolo siede un'altra giunta, per l'inchiesta non dovrebbero esserci particolari problemi. Ma se l'annullamento è arrivato per carenza di gravi indizi, dopo che è stata ipotizzata la costituzione di ben tre associazioni per delinquere all'ombra del Comune, il castello accusatorio inizierebbe a tremare vertiginosamente e per gli inquirenti, dopo tre anni di indagini e montagne di documenti raccolti, di intercettazioni, di informative, la strada sarebbe tutta in salita. Potrebbe passare l'ipotesi che quanto emerso in "Olimpia" possa restare confinato a una forma di malcostume senza essere reato.