Vetri rotti, un pallone tensostatico in più di qualche punto riparato alla meno peggio, una copertura in gomma del pavimento ormai usurata e uno spogliatoio, quello della squadra di casa, impraticabile perché utilizzato come magazzino. Con un buco sul pavimento nei pressi delle docce rattoppato e dal quale entra acqua. Questa la situazione della struttura in cui si allena - tra le altre - la Virtus Basket e il caso fa accendere nuovamente i riflettori sulla questione dell’aumento delle tariffe per gli impianti sportivi deliberato nei mesi scorsi dalla giunta municipale. Fino a qualche tempo fa, difatti, si arrivava a pagare meno di un caffè (0,60 centesimi l’ora) per l’utilizzo di alcune strutture. E chiaramente non c’erano i soldi per fare manutenzione e in alcuni casi ciò è evidente. Una situazione che dovrebbe - il condizionale è d’obbligo - cambiare con l’aumento delle tariffe. Anche se in alcuni casi il costo non è proporzionato, almeno per ora, alle condizioni delle strutture. Certo è che i soldi che saranno versati dalle società dovranno essere poi investiti sugli impianti. Alla luce comunque delle varie rimostranze da parte delle società sportive (e non solo), la giunta nelle scorse settimane ha deciso di fare parzialmente dietrofront e ha ridotto i costi del palazzetto dello sport, della tensostruttura e del campo di calcio. Ma solo per chi rispetta alcuni requisiti. E cioè per quei soggetti (società, associazioni e gruppi sportivi costituiti) che non hanno scopo di lucro. La giunta ha perciò previsto una tariffazione agevolata per questi impianti sportivi «che hanno una vocazione agonistica che comporta lo svolgimento di campionati e di manifestazioni sportive».