Senza il dovuto controllo del territorio, quella dell’amministrazione di Sezze rischia di essere una rincorsa disperata nei confronti di chi continua a far nascere discariche abusive. La mancanza di controllo, e non potrebbe essere altrimenti visto il sotto organico cronico cui sono condannati carabinieri e polizia locale di stanza a Sezze, vanifica l’impegno della Spl, la ditta che gestisce, tra l’altro, il servizio di raccolta rifiuti comunale e dell’assessorato all’Ambiente a far rimuovere le discariche che spuntano come funghi qua e là. Era notizia recente, grazie all’accordo raggiunto con una ditta privata specializzata nel settore, la rimozione dei circa venti depositi abusivi di eternit disseminati per tutto il territorio comunale, così come la pulizia del piazzale e della via di accesso allo stabilimento della ex Cirio su una traversa di via del Murillo; o ancora la pulizia delle piazzole di sosta a bordo carreggiata lungo la nuova 156 dei Monti Lepini, nel tratto compreso tra la rotonda di accesso a Sezze Scalo e l’uscita di Ceriara all’intersezione con la Migliara 47. Il lavoro svolto è stato già vanificato da nuovi cumuli. Nelle piazzole lungo la nuova 156, al posto dell’immondizia raccolta, c’è n’è di nuova e di varia natura. Si va da indifferenziato domestico, a guaine che spuntano da sacchetti, pneumatici di auto e di camion, calcinacci e perfino eternit.

Un campionario ancor peggiore spunta percorrendo la via Pedemontana che collega Sezze a Sermoneta. A bordo carreggiata c’è una sorta di cimitero di elettrodomestici e mobili danneggiati. Sul viale di accesso allo stabilimento che fu la Cirio, chiunque voglia verificare con i propri occhi, può ‘ammirare’ uno spettacolo indecente composto di rifiuti che spaziano da giocattoli rotti a calcinacci, passando per gli immancabili pneumatici e guaina, fino ad arrivare a pericolosissime lastre di eternit. Il facile accesso, a riparo da occhi indiscreti, rende il punto particolarmente invitante per chi ha da disfarsi di rifiuti speciali che, è bene ricordarlo, potrebbero pure essere conferiti nell’isola ecologica comunale. Grandi speranze di controllo sono riposte negli ispettori ambientali, ma il percorso di formazione per loro non è ancora concluso. Il monte ore previsto nel corso è stato svolto per oltre la metà ma la mancata calendarizzazione degli incontri, fissata di volta in volta a distanza di tre o quattro settimane, ha fatto desistere gran parte degli iscritti.