In occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia indetto da Papa Francesco e della decisione del vescovo della Diocesi di Albano - Monsignor Marcello Semeraro - di scegliere quale Chiesa giubilare e “Segno speciale della Misericordia di Dio” la “Tenda del Perdono”, la Parrocchia Santa Barbara Vergine e Martire di Nettuno - all’interno dei cui confini ricade la Chiesa giubilare - ha voluto dare vita a un progetto chiamato “Memorie gorettiane”.

In particolare, il Parroco Don Luca De Donatis e i suoi collaboratori hanno allestito accanto alla Tenda del Perdono - luogo in cui Santa Maria Goretti morì il 6 luglio 1902 non prima di aver perdonato il suo aggressore Alessandro Serenelli - una mostra della durata di un anno che contiene in sé la ricostruzione storica della stanza dell’ospedale Fatebenefratelli in cui la Vergine e Martire di Corinaldo fu ricoverata tra il 5 e il 6 luglio di 114 anni fa.

L’allestimento di questa stanza è stato possibile grazie alla preziosa collaborazione dello storico di Nettuno Vincenzo Monti che ha messo a disposizione parte della sua collezione privata di arredi ospedalieri e ferri chirurgici dell’epoca, al fine di rendere “vivo” il luogo in cui venne concesso il Perdono a Serenelli. Un evento storico di grande portata - questo della ricostruzione della camera ospedaliera - impreziosito da alcune reliquie della Santa, da altri oggetti collegati alla vita della stessa e da memorie storiche di enorme rilievo.

Negli ambienti messi a disposizione dalle Suore dell’Istituto della Sacra Famiglia - proprietarie della porzione di fabbricato in cui si trova la Chiesa giubilare - sono presenti la reliquia di Santa Maria Goretti che la mamma Assunta conservava nel cassetto del comodino, parte dell’incerata sopra alla quale venne eseguita l’autopsia sul corpo di Santa Maria Goretti, la quarta parte del fazzoletto di mamma Assunta (con le altre tre che sono conservate a Corinaldo, alla Casa del Martirio delle Ferriere e nel Santuario di Nettuno).

Non solo. Nell’esposizione ci sono anche dei disegni realizzati dal pittore e illustratore romano Mario Barberis relativi alla vita, al martirio e agli insegnamenti della Santa, le fotografie dei tre medici che operarono Maria Goretti (Francesco Bartoli, Norberto Perotti e Torquato Onesti), un frammento murario della casa natale della Santa proveniente da Corinaldo (Ancona), la firma autografa di mamma Assunta e un crocifisso settecentesco con inginocchiatoio, concessi da Silvano Ottaviani e utili per l’allestimento di un angolo della preghiera.

In più, non si può non ricordare come nella vicina Chiesa parrocchiale di Santa Barbara (luogo in cui furono celebrati i funerali di Santa Maria Goretti) sia esposta - per tutto l’Anno Santo - la veste che ricoprì la reliquia insigne del corpo della Santa dal 1947 al 1950, proveniente dalla casa-museo di San Giovanni XXIII.