Importanti risultati registrati dalla Guardia Costiera laziale nell’ambito di un’operazione complessa in materia di pesca marittima coordinata dalla Direzione Marittima di Civitavecchia su tutto il territorio regionale, con impiego congiunto sia di unità navali per il contrasto di attività illecite in mare, che di pattuglie terrestri dedicate al controllo nelle varie fasi di commercializzazione della filiera ittica.

Nella mattinata odierna, grazie ai dati forniti dai sistemi informatici in uso al Centro Controllo Area Pesca di Civitavecchia, è stata rilevata una sospetta anomalia su un peschereccio della flotta di Fiumicino, il cui segnale lasciava supporre l’esercizio di una attività di pesca illecita.

Immediatamente inviata sul punto la motovedetta CP 831 della Capitaneria di Porto di Roma, che sorprendeva infatti l’unita da pesca intenta a strascicare all’interno dell’Area Marina Protetta delle Secche di Tor Paterno, nel tratto di mare antistante il litorale di Torvajanica.

La zona, particolarmente pregiata per il delicato equilibrio del suo ecosistema e del relativo habitat marino, è soggetta a stringenti vincoli per quanto riguarda tutte le attività che vi si possono esercitare, e la pesca a strascico, ovviamente, non è tra quelle consentite per i rilevanti danni che rischia di produrre, soprattutto in un periodo dell’anno in cui numerose specie ittiche si trovano nel momento della riproduzione.

Una volta fermato, il peschereccio è stato ricondotto nel porto canale di Fiumicino per procedere al sequestro delle attrezzature utilizzate, mentre il pescato, ancora vivo, è stato rigettato in mare.

A carico del comandante dell’unità, oltre a 6 punti di penalità sulla licenza di pesca, è stata inoltre elevata una denuncia penale alla locale Procura della Repubblica, trattandosi di illecito che, proprio perché compiuto in un’area marina protetta, assume maggiore gravità.