Il Comune di Itri si dota di un regolamento per la destinazione e l’utilizzo dei beni sequestrati o confiscati alla malavita organizzata. Lo ha deliberato, prima di lasciare il passo alla nuova amministrazione comunale appena eletta e affidata al sindaco Antonio Fargiorgio, il commissario prefettizio Raffaella Vano. Una deliberazione, quella del commissario, che arriva anche a seguito della sollecitazione pervenuta in tal senso dal presidio itrano dell’associazione “Libera”. Una novità importante per il territorio, quindi. Il regolamento sui beni confiscati, infatti, è ancora uno sconosciuto nel territorio laziale. Nessun Comune, al di là di Aprilia, se ne è dotato. E, sottolinea l’associazione “Libera”, sarebbe uno strumento auspicabile in un territorio, come quello del sud pontino, particolarmente esposto a infiltrazioni malavitose. Itri, da questo punto di vista, vuole aprire uno squarcio. 

Ma in cosa consiste il nuovo regolamento deliberato, su proposta di “Libera”, dal commissario prefettizio? Il disciplinare (una quindicina di pagine) stabilisce che venga istituita una commissione dei beni confiscati ogni volta che vengano assegnati i beni. Si tratta di un organo consultivo e di indirizzo, rappresentato da una parte del Consiglio comunale e da personale amministrativo e tecnico dell’ente. Il regolamento chiarisce anche quali possano essere le destinazioni degli immobili eventualmente confiscati alla malavita e ricadenti sul proprio territorio. Può esserne fatto un uso istituzionale, un uso abitativo, ma può anche essere riconvertito a fini sociali, per ospitare promozione sociale, culturale, ambientale, della legalità e della sicurezza. 

Possono usufruire dei beni, dopo una richiesta motivata e al termine di un’istruttoria necessaria al rilascio dei permessi, comunità ed enti senza scopo di lucro, organizzazioni di volontariato, cooperative sociali. Con questo strumento - conclude “Libera” - si cercherà di dare alla collettività risorse per il territorio, un’opportunità di sviluppo.Â