Che si tratti di Cacchione dop, di trebbiano o di malvasia Igp, il dato è certo: la vendemmia di quest'anno, per decine e decine di produttori agricoli, sarà contrassegnata da un forte calo del raccolto. Il motivo: la grande quanto imprevista ondata di gelo di mercoledì e giovedì scorsi. Le temperature pressoché estive di Pasqua e Pasquetta, infatti, in poche ore si sono trasformate in un clima da inverno inoltrato: il termometro è crollato di circa quindici gradi nelle ore più fredde, causando gelate in diverse zone della provincia. E se le persone hanno potuto ritirare fuori dagli armadi maglioni di lana e cappotti, le colture pontine, nonché quelle del litorale e dei Castelli Romani, non sono riuscite a difendersi allo stesso modo.


CACCHIONE, TREBBIANO E MALVASIA A RISCHIO
Partendo da Nettuno e arrivando fino a Velletri, attraversando i territori di Aprilia e Cisterna di Latina, lo spettacolo è simile dappertutto: i vitigni sono stati letteralmente "bruciati" dal freddo. I danni maggiori li hanno subiti i piccoli agricoltori, quelli che producono il vino per la propria famiglia o per la vendita al dettaglio nelle fraschette: avendo appezzamenti di medie dimensioni, hanno assistito impotenti alla distruzione di gran parte delle viti, compromettendo la vendemmia di fine estate.  Danni seri, per quanto riguarda il litorale romano - e nello specifico la città di Nettuno -, ai vitigni di Bellone, dai quali prende vita il Cacchione dop: quest'anno si rischia di vedere produzioni ridotte del 50%. Medesimo discorso anche per i territori di Velletri, Aprilia e Cisterna: qui, ad avere la peggio, sono stati gli ettari coltivati a trebbiano e malvasia, ma anche per la produzione di altri vini "comuni".  Uno scenario devastante, che ora costringerà molti produttori a tagliare i tralci, sperando in una rinascita per il prossimo anno.

LEPINI SALVI PER META'
Se le zone più riparate dei Lepini e degli Ausoni, a detta di molti, hanno sofferto di meno l'ondata di freddo straordinario (fatta eccezione di Sezze, dove i danni sono stati pesantissimi), la stessa cosa non si può dire per le aree più elevate: ad esempio, diversi produttori locali di vino hanno visto compromesse le loro vigne. Ad avere la peggio sono stati i proprietari terrieri della zona a cavallo fra Priverno e Roccagorga: qui, diversi ettari di ottanese bianco e cesanese rosso sono stati danneggiati dal gelo.
Una situazione molto grave, dunque, con la conta dei danni che, purtroppo, sembra non essere ancora finita.

DOPO IL VINO RISCHI PER IL KIWI
Sono stati soltanto tre i giorni di freddo inaspettato nella provincia di Latina e nei Comuni limitrofi. Ma sono stati abbastanza per mettere in crisi un'intera stagione di raccolta, soprattutto per una produzione che rappresenta il fiore all'occhiello del territorio, nonché un vero e proprio motore per l'economia locale e per tante aziende: il kiwi.
Le gelate che si sono manifestate tra il 19 e il 21 aprile scorso hanno infatti causato più danni del previsto. Anzi, hanno veramente messo in ginocchio l'intero settore primario. Infatti, stando alle stime raccolte in questi giorni, alcune colture si sono ritrovate anche con il 50% delle piantagioni "bruciate" dal freddo. In termini economici, tra la provincia di Latina e l'area della provincia di Roma, si contano circa 10 milioni di euro di danno, come spiegato dall'Aspal Lazio.

L'ANALISI DELLE ASSOCIAZIONI DI CATEGORIA
Immediata la reazione delle associazioni di categoria (Confagricoltura, Coldiretti e Aspal) per chiedere al Governo il sostegno previsto e necessario per gli imprenditori la cui produzione è stata inevitabilmente compromessa dall'agente atmosferico straordinario per l'attuale periodo dell'anno. Ma questi danni non sono soltanto conseguenza del brusco calo delle temperature: infatti, prima dei tre giorni di gelate, il territorio ha vissuto alcuni giornate di grande caldo (anomalo) e siccità. Questi cambiamenti improvvisi del clima, entrambi fuori dalla norma ma soprattutto consequenziali, sono stati la ricetta letale per mettere in ginocchio l'intero comparto agricolo locale.  Grande preoccupazione in casa Confagricoltura Latina, che tramite il presidente Adelino Lesti e il direttore Mauro D'Arcangeli si è attivata per richiedere gli strumenti legislativi adeguati per rimborsare gli agricoltori, soprattutto perché «lo strumento assicurativo, indispensabile in casi come questo, non sta dando i risultati aspettati. Burocrazia, errori gestionali e procedure informatiche non funzionanti per la compilazione dei Piani assicurativi individuali (Pai) stanno ritardando l'erogazione dei contributi comunitari. Contiamo sull'intervento del ministro Martina per trovare adeguate soluzioni alle serie difficoltà degli agricoltori».


L' EMERGENZA DA NORD A SUD  DELLA PROVINCIA
Sul caso interviene anche Coldiretti Latina, che tramite i segretari di zona Giuseppe Peduto e Lino Conti, evidenzia come le coltivazioni di kiwi sono state letteralmente "cotte" dal brusco abbassamento delle temperature, per migliaia di euro di danni e decine di aziende danneggiate soltanto tra Cisterna e Aprilia. Anche nella piana di Fondi sono stati registrati forti disagi: «Tutti coloro che avevano seminato in campo aperto hanno perso il raccolto - proseguono - Addirittura in qualche caso sono andate perse anche le produzioni in serra». E come sottolinea il presidente Carlo Crocetti, le conseguenze del crollo di produzioni si scaricheranno sui redditi dei produttori.  «Quest'ultimo danno alle colture del nostro territorio - ha commentato il presidente dell'Aspal, Stefano Giammatteo -, sommato ai danni passati causati dal gelo nel gennaio scorso, oltre al solito e continuo crollo dei prezzi alla produzione mettono i nostri agricoltori di fronte a una situazione di estremo disagio economico, senza precedenti».

I COMUNI SI ORGANIZZANO
Non sono solo le associazioni di categoria a chiedere lo stato di calamità naturale. Anche i Comuni colpiti dall'ondata di gelo e i movimenti politici si sono mossi. Capofila è, chiaramente, il sindaco di Cisterna e presidente della Provincia di Latina, Eleonora Della Penna, che oltre chiedere lo stato di calamità naturale ha fissato per dopodomani a mezzogiorno una riunione coi rappresentanti di categoria. «L'amministrazione comunale si è attivata per trovare la migliore forma di intervento - ha spiegato l'assessore cisternese alle Politiche agricole, Claudio Chinatti - a sostegno di un comparto fondamentale per l'economia del nostro territorio». La richiesta dello stato di calamità è stata inoltrata in Regione anche dal Movimento Democratici e Progressisti - Articolo Uno. «Abbiamo notizie certe di danni subiti dagli agricoltori nell'area  della campagna setina e privernate» hanno dichiarato. Sul caso sono intervenuti anche l'assessore alle Politiche agricole di Velletri, Orlando Pocci, e il sindaco di Lanuvio, Luigi Galieti, che hanno sollecitato Stato e Regione ad attivare le procedure necessarie.