"La mozzarella buona si può fare anche a Sidney. Ma non sarà mai unica come quella di bufala campana dop che facciamo noi qui". Paolo Russo, deputato, già presidente della commissione agricoltura della Camera, ma anche appassionato scrittore spiega con una battuta il successo mondiale di quella che lui chiama Sua Eccellenza e che proprio questo appellativo ha scelto per intitolare il suo libro presentato a Gaeta, al Med Festival Experience. Tra i relatori dell'iniziativa voluta da Enzo Zottola, padre della kermesse, anche il direttore della Coldiretti del Lazio, Aldo Mattia. "Sarebbe stato ancora meglio chiamarla Sua Maestà perché presto la mozzarella di bufala dop che facciamo anche qui, nei comuni al confine tra le province di Latina e Frosinone – ha detto Mattia – acquisirà ulteriore prestigio e valore commerciale grazie alla nostra battaglia di legalità e di trasparenza, appena vinta, per introdurre la indicazione obbligatoria in etichetta anche dell'origine del latte impiegato per confezionare le mozzarelle di bufala. Da oggi è più difficile mistificare, adulterare, contraffare o alterare la italianità di uno dei nostri prodotti più diffusi sui mercati interno ed estero. La nostra vittoria è la sconfitta delle agromafie e di tutte quelle organizzazioni criminali che alimentano la fiorente industria delle frodi e della contraffazione alimentare conosciuta come italian sounding, per cui basta applicare in etichetta la scritta Made in Italy o inserire immagini evocative del nostro paese per spacciare come italiani prodotti, come le mozzarelle, confezionati con materia prima importata da chissà quale parte del mondo. Penso che questo nostro risultato – ha aggiunto Mattia – complicherà la vita agli agropirati e agli agrofurbetti". Oggi, dati alla mano, la mozzarella di bufala campana dop è il quarto prodotto caseario più venduto in Italia dopo parmigiano, grana padano e gorgonzola. Nel 2016 ha totalizzato un fatturato – vendite Italia ed estero – di 600 milioni di euro. "Per nostra fortuna gli agrofurbi sono la minoranza – ha spiegato Russo – e a rendergli la vita difficile ci aveva già pensato, con due distinti provvedimenti, la buona politica trasversale che talvolta si riesce a fare in Parlamento. Quella buona politica ha vietato la produzione di mozzarelle dop e ordinarie nel medesimo stabilimento e ha introdotto il sistema di registro obbligatorio delle movimentazioni di latte che dagli allevamenti bufalini transita verso i caseifici e le industrie per essere lavorato e trasformato". Mattia ha ricordato i blocchi della Coldiretti al valico del Brennero per denunciare all'opinione pubblica la voluminosa e ininterrotta importazione in Italia di materia prima estera. "Non smetteremo di bloccare i tir carichi di burro, di latte, di pomodori, di frutta e ortaggi prodotti fuori dai confini nazionali e che poi, una volta entrati nel nostro paese, diventano magicamente italiani. Ora chi vuole produrre e vendere formaggi e mozzarelle con latte importato sarà costretto a scriverlo sulle etichette. A trarne beneficio – ha ricordato il direttore regionale della Coldiretti - non saranno soltanto gli imprenditori agricoli che fanno prodotti al 100% italiani, ma anche i consumatori che grazie alla trasparenza delle informazioni potranno scegliere cosa comprare in piena consapevolezza".