La Costruzioni Dondi spa non molla Sezze. L'ex gestore idrico ha notificato in Comune lo scorso 13 aprile un decreto ingiuntivo del Tribunale di Rovigo, il numero 116 del 4 febbraio 2017, per la somma complessiva di 2 milioni 873mila 611,41 euro più un 15% di spese e iva. È la seconda risposta al lodo numero 27 ottenuto dal Comune di Sezze lo scorso 2 novembre, e per il quale la stessa Dondi ha presentato ricorso in appello nel mese di marzo. Più in generale è l'ennesima puntata di una querelle giudiziaria cominciata nel 2005, 12 anni dopo quel 1993, anno in cui Dondi sbarcò a Sezze per gestire il sistema idrico integrato cittadino grazie a una convenzione. Nel 2005 l'amministrazione Zarra ricorse per la prima volta al collegio arbitrale per ottenere il pagamento di 958mila euro di acqua che il Comune doveva versare alla Regione. La Dondi rispose rivendicando 1 milione 395mila euro per fatture rimesse e non contestate, più 1 milione 50mila euro di adeguamenti tariffari, lavori svolti e altre spese. Il collegio arbitrale condannò Sezze a pagare in tre tranche un totale di circa 2 milioni 600mila euro (rivalutati) e Dondi a pagare quella fattura di 958 mila euro (che oggi rivalutata arriva quasi a 1 milione e mezzo di euro). Sezze cominciò a pagare il suo saldando due delle tre tranche previste mentre Dondi non versò nulla. Nel 2009 il Comune di Sezze guidato da Andrea Campoli ha cominciato la controffensiva legale. Il primo passo è stato il rinvenimento di alcune ricevute di pagamento delle fatture contestate da Dondi, che abbassavano sensibilmente la cifra dovuta dall'ente. Non solo, dopo averla rimossa dalla gestione idrica integrata con un'ordinanza del sindaco nel luglio 2014, attraverso un nuovo lodo l'Amministrazione Campoli è riuscita a ribaltare il primo giudizio: lo scorso novembre il lodo ha stabilito il sostanziale pareggio tra quanto richiesto dalla Dondi e quanto richiesto dal Comune (per una cifra di circa 1 milione. Visto quanto incassato fino allora da Dondi, il collegio ha stabilito che la ditta deve restituire al Comune 1 milione e mezzo per la cui riscossione è stato chiesto il pignoramento nelle casse della ditta.