Una situazione del genere, a Itri, non si vedeva da chissà quanti anni. Anzi, c'è chi sostiene che un punto così basso non sia mai stato toccato. Continui disagi, rubinetti a secco, interruzioni improvvise del flusso idrico: adesso basta, sbotta il sindaco Antonio Fargiorgio. Che torna a minacciare azioni legali nei confronti di Acqualatina. Un'escalation, quella del primo cittadino itrano, testimoniata dalla puntualità con cui ogni mese ha scritto al gestore del servizio idrico. Una lettera al mese senza riuscire a risolvere granché. Era il 17 marzo quando con una prima lettera si chiedeva un intervento immediato per risolvere i problemi in paese. Un mese più tardi, il 18 aprile, dopo il black-out in concomitanza delle festività pasquali, Fargiorgio era tornato alla carica lanciando un ultimatum ad Acqualatina: o ci si mette a lavoro sul serio oppure partono grane legali. 

Sarà stato un caso, ma a un mese esatto dall'ultimo sfogo siamo al punto di partenza. Il 18 maggio il sindaco ha indirizzato una nuova comunicazione, durissima, al presidente di Acqualatina Michele Lauriola. Quelle che nell'ultima lettera erano «possibilità di seguire percorsi giudiziari», diventano in questa comunicazione «un'improcrastinabile necessità poiché non vedo da una società, di cui il Comune di Itri è socio, la volontà quantomeno di discutere di determinati problemi». Insomma, sarà guerra legale a tutela dell'ente nella sua qualità di socio della Spa e dei cittadini-utenti, costretti a disagi continui e ripetuti nel tempo. «Ritengo la situazione di una gravità unica» insiste Fargiorgio. Le preoccupazioni crescono se si pensa che la stagione estiva è imminente e che di consueto si è soggetti a una sofferenza nel servizio. Il sindaco torna a chiedere, ma a questo punto sarebbe più giusto dire pretendere, che Acqualatina si metta al servizio dei cittadini. Come? Le proposte restano quelle delle precedenti segnalazioni: incontrarsi, istituire un tavolo tecnico, stabilire un piano condiviso per affrontare le criticità che continuano a persistere. Fino a oggi il Comune di Itri si è trovato davanti a un muro. «Non trovo corretto - scrive Fargiorgio - che Acqualatina possa continuare in un atteggiamento di inerzia pur a fronte di reiterate segnalazioni di sofferenza che arrivano dalla città». A pagare di più è la parte alta del centro storico di Itri che, per dirla con le parole del sindaco, sta sopportando una crisi idrica senza precedenti negli ultimi anni. Arrivati a questo punto è indispensabile un monitoraggio costante della rete delle tubazioni, esposte a continue rotture. Di fronte all'ennesimo silenzio del gestore, l'unica strada resterà quella di richiedere il risarcimento dei danni.