Il parquet del PalaCarucci già rovinato a soli sette mesi dall'apertura, dopo i recenti e costosi lavori eseguiti per la sua ristrutturazione. Sta diventando un cruccio, anche se ancora sottotraccia, la pavimentazione del palazzetto dello Sport, edificio consegnato solo lo scorso anno dopo una serie di lavori finanziati con un maxi mutuo del credito sportivo. In questi giorni si susseguono gli incontri per capire come mettere una pezza alla presenza sempre crescente di graffi che, stando alle indiscrezioni di alcuni addetti ai lavori, non avrebbero dovuto esserci.

La struttura, oggi idonea ad ospitare ogni tipo di gara, anche di livello, proprio grazie agli interventi eseguiti, non è granché presentabile per via dei danni subiti dal parquet, che al centro soprattutto presenta graffi di superficie che, alla lunga, potrebbero anche peggiorare. Qualche preventivo è stato già chiesto, ma l'amministrazione comunale vuole vederci chiaro e ha previsto un sopralluogo la settimana prossima alla presenza anche di un ingegnere comunale e di un tecnico specializzato. Obiettivo, capire le reali condizioni del parquet, e l'entità di una eventuale spesa.

Certo, per il Comune impegnare soldi per un palazzetto passato attraverso travagliati e costosissimi lavori, non è affatto facile. Ma la situazione va risolta, anche perché con il passare del tempo il logorio della pavimentazione può solo crescere. Una ipotesi è risolvere durante la stagione estiva, a gare sportive ferme. E senza spendere un occhio della testa.
Come si ricorderà, il PalaCarucci è stato interessato da un progetto di adeguamento realizzato grazie a un prestito Del credito sportivo, di ben 471 mila euro. La somma di aggiudicazione dell'appalto si è fermata a 234 mila euro, ma poi come spesso accade è bastata una variante in corso d'opera per eventi «imprevedibili» per far spendere ulteriori 117 mila euro, ricavati dal ribasso d'asta. Così, i soldi sono finiti ma i problemi no. E sebbene oggi il Comune stia restituendo i soldi all'istituto di credito, la giunta è già costretta a rimetterci mano. E non è escluso che, trovata la causa del danno, non convochi la ditta che ha eseguito i lavori per chiedere chiarimenti.