Angurie, un settore in forte difficoltà in un periodo di produzione intensa che registra, oltre alla sleale concorrenza di prodotti immessi sul mercato da Paesi del Mediterraneo in cui controlli, costo del lavoro e altri aspetti sono del tutto diversi da quelli italiani, anche gli stop di una domanda altalenante che non guarda certo in faccia nessuno. Ed è così che produttori come Vittorio Garbellini, la sua famiglia e altri agricoltori apriliani che con lui sono consorziati si ritrovano in una situazione disastrosa, di emergenza e a fare conti con danni incalcolabili.  «Avevamo delle commesse, accordi presi mesi fa con Gdo, la grande distribuzione europea. Mandiamo i nostri prodotti in Germania, nel Nord Europa. Ma qualche giorno fa abbiamo ricevuto lo stop. Al momento non c'è bisogno delle tonnellate di frutti che avremmo dovuto inviare, si parla di centinaia, migliaia di tonnellate. E non ci viene, in base a quegli accordi, riconosciuto alcun indennizzo. Così noi, ma anche decine di altri agricoltori, ci ritroviamo ettari di terreni coperti di angurie che andranno al macero».  Gli chiediamo se pensa di poter trovare spazio nel mercato "locale" inteso come nazionale. Vittorio ci risponde che ci sarebbe anche lo spazio. Ma oggi la quotazione delle angurie prodotte sulla piazza di Latina è di 10 centesimi al chilo (11 in realtà dopo due giorni). «E noi per 10 centesimi al chilo, un frutto, oltre a coltivarlo innaffiarlo, proteggerlo, lo dobbiamo raccogliere, pulire, lavare, portare sulla piattaforma di smistamento... Capite bene cosa può rimanere a chi come noi per un anno lavora e si spezza la schiena. Il nulla».  Per farci comprendere meglio la situazione Vittorio, con suo fratello, ci fa vedere che presso la sua azienda agricola, ha messo in vendita le angurie a "offerta libera". «E va anche meglio del previsto». Il prodotto in vendita è leggermente diverso da quello che si vede negli ettari di campi che si estendono nelle campagne apriliane. Sono angurie oblunghe, grosse. «Fanno 10, 12 e più chili. Si tratta di frutti che non puoi dare alla Gdo perché sono troppo grandi. La casalinga che va al supermercato una anguria da più di 12 chili non la mette nella busta. E se poi lo dobbiamo dire, sono anche di qualità superiore. Per questo abbiamo deciso di adottare questa politica in un momento come questo. Offerta libera. Chi ci conosce, chi compra da noi sa già di che prodotti si tratta. Chi viene la prima volta, magari prende due frutti, ci lascia 3, 4 euro, ma noi siamo sicuri che tornerà. Puntiamo su questo. Sul ‘frutto' del nostro impegno. E quando il cliente torna, magari riconoscendo la qualità del frutto che ha messo in tavola, si trova anche più in difficoltà a dover ‘far lui il prezzo".

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