«Quanto sarebbe stato bello vedere, in un sito più adeguato rispetto a quello scelto, la partecipazione di tanti ragazzi e ragazze, del fratello di Peppino, Giovanni Impastato, già venuto a Nettuno per incontrare gli studenti a febbraio, e di tanti cittadini invitati e coinvolti».
Si conclude così una nota firmata nelle scorse ore dalla Sezione Anpi "Vittorio Mallozzi e Mario Abruzzese" di Anzio e Nettuno, da Giovanni Impastato - fratello di Peppino - e dalle associazioni "La Tamerice della Casa Memoria Peppino e Felicia Impastato" e "Baraonda", inerente all'intitolazione del parcheggio de "Le Sirene" a uno dei simboli della lotta alla mafia.
I sottoscrittori del documento, pur evidenziando la "doverosa intitolazione" di un luogo pubblico a Impastato, hanno poi voluto mettere in chiaro alcuni aspetti della vicenda. «Dietro a questo atto pubblico c'è un progetto scolastico, ‘Giovani partigiani. Peppino ed Emanuela dalla parte della giustizia', che ha visto la partecipazione di tanti ragazzi degli istituti superiori del territorio: Itsset Emanuela Loi, Liceo classico Chris Cappell College, Liceo scientifico Innocenzo XII. Il progetto si è concluso proprio con una richiesta, consegnata a marzo al Comune di Nettuno, per l'intitolazione di una via a Peppino Impastato».
Un aspetto, questo, che non sembrerebbe esser stato ricordato nel giorno dell'intitolazione, né tantomeno sarebbero stati invitati all'evento studenti e associazioni del territorio.
«Dopo un primo contatto con l'assessore di riferimento, le associazioni, loro malgrado, sono state escluse dal processo, apprendendo solo a mezzo stampa e poche ore prima dell'evento dell'intenzione di intitolare quel parcheggio a Peppino Impastato, scelta inadeguata per il valore morale e civile espresso dalla sua figura. Evidenziamo tutto questo - hanno concluso - per i tanti giovani che hanno preso parte al progetto, hanno potuto conoscere al meglio una persona come Impastato e gli ideali che hanno caratterizzato la sua esistenza».