Sono giunte ieri sul tavolo della Regione le osservazioni del Comune sull'esclusione di due dei progetti di messa in sicurezza dal rischio idrogeologico presentati nei mesi scorsi, tra cui l'ormai famoso Monte Cucca. Il "no" della Pisana aveva suscitato scalpore ma dalla Regione, con la quale il sindaco Nicola Procaccini da tempo tesse dialogo proprio per il Cucca e la ferrovia bloccata da cinque anni, c'è già stata un'apertura per "rivedere" i progetti. 

L'assessore ai Lavori pubblici Luca Caringi spiega: «La motivazione addotta dalla Regione Lazio che ha portato ad un'iniziale esclusione dell'intervento è stata l'aver considerato l'intervento non inserito negli elenchi RENDIS già validati e approvati. Da tempo di questo progetto si stava occupando la stessa Regione Lazio di concerto con RFI (Rete Ferroviaria Italiana) senza giungere ad un reale e concreto intervento sul territorio per cui l'attuale amministrazione, ritenendolo urgente ed indifferibile, ha coinvolto a tempo debito gli uffici regionali programmando un percorso condiviso e si è attivato con gli uffici comunali per predisporre la documentazione necessaria per richiedere i fondi necessari per la realizzazione dell'opera». Caringi ripercorre la vicenda, cercando di illustrare per bene quali sono i rischi legati ai crolli del Monte Cucca. «La zona "La Fiora" localizzata ai piedi del versante Ovest di punta della Cucca è interessata da fenomeni di caduta massi che arrivano ad interessare la linea ferroviaria Priverno-Terracina posta al piede del versante, con grave rischio per persone e cose tanto da interdire l'utilizzo della tratta ferroviaria. In particolare, sono stati registrati fenomeni di rilievo con il crollo di diversi blocchi rocciosi, tre dei quali abbattendo la barriera paramassi esistente sono andati ad arrestarsi a ridosso dei binari. In seguito a tale  evento è seguita l'interruzione della tratta ferroviaria Priverno-Terracina che resta tutt'ora chiusa. in tale
ottica, appare chiaro come l'intervento in questione riveste un'importanza strategica sia per il territorio  comunale che sovracomunale in termini di sicurezza del versante roccioso e del servizio ferroviario esistente». Ecco perché si è chiesta una revisione del giudizio sul progetto, che aveva chiesto un milione di euro di contributo per mettere in sicurezza la montagna. E gli uffici regionali si sono detti disponibili a fare valutazioni «per una eventuale riammissione della richiesta di contributo. Tanto è vero quanto sopra che sulla base della richiesta di revisione dell'istruttoria formulata, la Regione Lazio con nota del 13/09/2017 ha dato la possibilità di poter formalmente avanzare le dovute osservazioni per rilevare eventuali incongruenze di valutazione». Ora non resta che attendere. «L'assessore Caringi, nella convinzione che non si possano ignorare le reali esigenze di una comunità in termini di servizi e sicurezza del territorio , auspica fortemente che l'intervento possa risultare ammissibile e  quindi potenzialmente finanziabile, e, indipendentemente dal risultato finale ringrazia gli uffici della Regione Lazio per la disponibilità e la sensibilità mostrate».