Nell'area di Cotarda il rischio di sinkhole, ossia i fenomeni di sprofondamento carsico, sono di gran lunga inferiori rispetto a quanto si ipotizzasse inizialmente. A certificarlo gli studi condotti dall'università La Sapienza, che hanno portato a rivedere i confini della cosiddetta "area rossa" di Pontinia. Una zona del tutto inedificabile a causa dei rischi paventati fino a qualche anno fa. Ora il perimetro è stato decisamente ridimensionato e anche dalla Regione Lazio è arrivato l'ok.
Di questa storia de ne parla dagli anni Novanta. Già nel 1998 il Comune di Pontinia, infatti, aveva richiesto la revisione del parere geomorfologico, ma è stato necessario attendere quasi venti anni prima di arrivare a una svolta. Solo nel 2014, infatti, è stato costituito il gruppo di lavoro "commissione tecnica per lo studio dei sinkhole nel Comune di Pontinia". Dopodiché sono stati svolti dei precisi accertamenti in tutta la zona di Cotarda, che hanno fotografato una situazione di gran lunga differente rispetto a quella ipotizzata fino a qualche tempo fa. Il rischio di sinkhole è decisamente più limitato.
Si arriva quindi a oggi, con la Regione Lazio che ha espresso parere favorevole alla rimozione del vincolo di inedificabilità nelle zone in cui lo studio gravimetrico ha accertato l'assenza di eventuali sinkhole. Si precisa nella determina che la revisione della "zona rossa" non prevede una variante urbanistica rispetto al Piano regolatore vigente. Le singole zone dovranno essere disciplinate secondo le prescrizioni previste.
«Il prossimo passo - fa sapere l'assessore Giovanni Bottoni - è prenderne atto al primo Consiglio comunale utile in modo da sbloccare le zone di piano E1 (agricola senza vincoli), i condoni sospesi e permettere alle attività produttive esistenti ricadenti in E2 e E3 di poter avviare procedure in deroga rispetto a quanto previsto per gli indici di altezza che erano vigenti con la zona rossa».