Il presidente della Società Italiana di Radiologia Medica, il professor Roberto Grassi, ha impiegato meno tempo di quanto gli era stato concesso per mettere a punto e trasmettere il parere che gli aveva chiesto il sindaco di Latina Damiano Coletta sulla praticabilità della sostituzione di un tomografo ibrido Pet-Rm con una Rm 3 Tesla.
La relazione di Grassi risponde ai 5 quesiti posti partendo dalla illustrazione delle caratteristiche dei due macchinari in questione, quello ibrido previsto dal progetto originario messo a punto con la Fondazione Roma già nel 2015 ed oggetto di un protocollo d'intesa e diverse convenzioni tra gli enti interessati, e quello della Pet di ultima generazione che la Fondazione Sanità e Ricerca, nel frattempo intervenuta alla guida del progetto in sostituzione della Fondazione Roma, ha proposto come alternativa all'altro macchinario diagnostico. «L'impiego dell'una o dell'altra metodica - spiega il presidente della Sirm - è condizionato dalla patologia in esame e dalla storia del paziente. Le apparecchiature ibride combinano in un unico esame ed in una sola immagine le informazioni diagnostiche di apparecchiature diverse, con una integrazione perfetta e congiunta. Ma è frequente che si verifichi un uso alternativo delle due modalità Pet o Rm».
Quanto alla Pet 3 Tesla, Grassi ne esalta le potenzialità sottolineando i diversi campi di applicazione nello studio e nella diagnosi delle malattie neurodegenerative. C'è poi l'analisi delle potenzialità di utilizzo dell'uno e dell'altro macchinario, e la conclusione del presidente della Sirm è che mentre il tomografo ibrido può arrivare ad effettuare circa 1700 esami Pet-Rm nel corso di un anno (282 giornate lavorative per turni di 6 ore), mentre il numero di indagini Rm che si possono eseguire nello stesso periodo e con gli stessi turni di lavoro è di oltre 3300.
E finalmente si arriva al quesito decisivo, quello sulla convenienza qualitativa di una eventuale rimodulazione del progetto, e qui il professor Grassi offre l'assist che forse Coletta cercava: «L'apparecchiatura Rm a 3 Tesla del nuovo progetto è tecnologicamente superiore rispetto alla componente Rm presente nel tomografo ibrido Pet-Rm».
Ergo, maggiori potenzialità di utilizzo, maggiore tecnologia della macchina singola rispetto alla «sorella combinata». La Fondazione Sanità e Ricerca avrà di che gioire. Grassi ne esce comunque a testa alta, sottolineando che la disponibilità di una tecnologia di avanguardia non è il solo fattore da considerare per il raggiungimento di eccellenza scientifica di un centro diagnostico. Adesso bisognerà vedere come il sindaco vorrà utilizzare questo parere.