Il Comune di Ardea ha scritto oggi alla Prefettura di Roma e alla Regione Lazio sulla questione dell'Assistenza educativa culturale per i ragazzi disabili degli istituti del territorio.

Si apre così una nota che, nelle scorse ore, da via Garibaldi è stata inviata alla stampa per rendere note le ultime iniziative intraprese dal sindaco Mario Savarese, esponente del MoVimento Cinque Stelle.

"L'amministrazione ha sottolineato la necessità di ristabilire i fondi regionali per l'Aec, come previsto dalla legge regionale numero 29 del 30 marzo 1992, secondo la quale, al comma 1 lettera d) dell'articolo 2, la Regione assicura 'ai minori in difficoltà di sviluppo e di apprendimento, ai disadattati ed agli invalidi l'inserimento nelle normali strutture scolastiche garantendo comunque l'assolvimento dell'obbligo scolastico'. Inoltre, la Regione Lazio, secondo la stessa norma (articolo 15 comma 1), garantisce interventi in favore dei Comuni per l'adeguamento e il potenziamento delle attrezzature necessarie per il funzionamento delle cucine e dei refettori scolastici, per dotare le amministrazioni di scuolabus e per fornire, in carenza di interventi comunali, le attrezzature specialistiche che si rendano necessarie per l'inserimento in scuole normali "di alunni minorati e per la realizzazione di opere che ne facilitino l'accesso ai locali scolastici".

Di fatto, però, l'appello alla Regione ha un problema di fondo, come chiarito nella replica diramata ieri sera (16 gennaio 2018), proprio dalla Direzione regionale scuola: "In merito alla vicenda dell'assistenza specialistica negli istituti comprensivi di Ardea, si precisa, come noto, che sulla base del quadro normativo (d. lgs 112 del 31/03/98 art.139 comma 1) la competenza in materia è attribuita alla Regione in relazione all'istruzione secondaria superiore e ai Comuni in relazione agli altri gradi inferiori di scuola. Per quanto riguarda invece i disabili sensoriali (non vedenti e non udenti), la Regione Lazio è competente per ogni ordine e grado. Tenuto conto del quadro normativo, se il sindaco chiederà formalmente il supporto della Regione Lazio, la Regione proverà a fare, come sempre, la propria parte per difendere i diritti dei cittadini".

Secondo Savarese, però, c'è anche dell'altro: "Non vogliamo toglierci le responsabilità, ma è giusto che tutte le istituzioni possano collaborare per ristabilire l'ordinarietà. E' nostro dovere morale ripristinare il servizio appena possibile, nonostante le difficoltà economiche che in questo momento insistono in Comune, tant'è che nel frattempo continua la nostra ricerca di soluzioni a breve e medio termine e per questo ringrazio le organizzazioni sindacali che si stanno impegnando con noi per stimolare le altre amministrazioni dello Stato. Abbiamo scritto anche alle direzioni didattiche per chiedere un loro intervento istituzionale. La polemica di questi giorni montata attorno alla legge 104 è frutto di una errata interpretazione. Infatti la norma regionale identifica invece in maniera chiara la competenza nell'assicurare il diritto allo studio. Ringrazio i genitori che da giorni sono in allarme, molti dei quali mi stanno contattando. Ringrazio soprattutto quelli che hanno sempre partecipato alla gestione della cosa pubblica pagando regolarmente tutti i servizi comunali, tra cui la mensa scolastica. Se tutti avessero seguito il loro esempio oggi non saremmo in questa condizione. La privacy non ce lo consente - ha concluso Savarese -, ma verrebbe la voglia di pubblicare il clamoroso elenco di evasori di questo Comune, composto anche da nomi parecchio altisonanti".

Intanto, alle 16 di oggi - 17 gennaio 2018 - la sala consiliare è stata concessa dal sindaco stesso, dopo la manifestazione di ieri lungo la via Laurentina, per un'assemblea cittadina.