Le ossa scoperte all’interno della Grotta delle Capre nella giornata di domenica sono presumibilmente di età romana. È quanto emerso da un primo sopralluogo svolto ieri mattina nel sito archeologico da parte dei funzionari della Soprintendenza per i Beni archeologici, i quali hanno provveduto a prelevare i reperti. Ad effettuare il ritrovamento, a quanto pare casuale, una famiglia. Subito è partita la segnalazione ai carabinieri della Stazione di San Felice Circeo e ai Forestali di Sabaudia, giunti quindi sul posto per verificare la situazione. Parte dei resti di uno scheletro e del manufatto in cui era contenuto – forse un’anfora ora danneggiata – era già stata rimossa dal luogo del ritrovamento, con i reperti ammassati all’esterno del foro praticato dagli scopritori nel cumulo di terra da cui sono emersi. Considerata la delicatezza della situazione, le forze dell’ordine hanno provveduto a segnalare l’area col nastro bianco e rosso per evitare che qualcuno potesse curiosare e magari rimuovere i reperti o danneggiarli. Tutta la notte tra domenica e lunedì la protezione civile comunale e i volontari dell’Anc Sabaudia 147, comandati dal maresciallo Enzo Cestra, hanno presidiato la zona e ieri mattina sono poi stati sostituiti dagli agenti della polizia locale di San Felice. A causa della presenza di alcuni materiali non antichi (frammenti di tessuto-non tessuto, utilizzato negli scavi archeologici) e plastica, si è ipotizzato che i resti potessero anche non essere antichi, ma gli archeologi ieri mattina hanno confermato che si tratta di reperti presumibilmente di età romana.