Si torna in tribunale per il piano di edilizia economica e popolare “Edera 75” di Borgo Montenero. Il Comune di San Felice Circeo, infatti, con una delibera di giunta municipale ha deciso di impugnare la sentenza del Tribunale amministrativo di Latina presentando appello al Consiglio di Stato. I giudici di primo grado avevano accolto in parte il ricorso della società, respingendo invece l’accertamento dell’avvenuto assenso in ordine all’approvazione della variante. Ma avevano annullato la delibera con cui il Consiglio comunale aveva deciso di bloccare il progetto in attesa della revisione generale del Piano regolatore.
La vicenda dal punto di vista giudiziario ha inizio proprio con quest’atto votato a maggioranza dall’assise civica il 30 novembre del 2015. Nel documento si diceva: no alle varianti “a macchia di leopardo”. Motivo per cui si congelava il piano per l’edilizia economica e popolare di Montenero e si preannunciava che entro 60 giorni gli altri procedimenti analoghi – ce ne sono altri cinque – avrebbero avuto stesso esito. Ma così non è stato e anche questo aspetto è stato evidenziato dai ricorrenti e censurato dal Tar. «Il Comune – così nella sentenza ora impugnata innanzi al Consiglio di Stato – non ha mai adottato i provvedimenti sospensivi preannunciati nei confronti delle altre varianti in itinere e ha anzi adottato misure volte al perfezionamento di una di esse – parliamo di quella relativa ai nuclei abusivi, ndr – come sostenuto dalla ricorrente con affermazione rimasta priva di contestazione».
Altra nota dolente è quella del completamento del documento preliminare di indirizzo di revisione del piano regolatore. Un atto necessario per poi rimettere mano a tutte le varianti urbanistiche. La data del 31 gennaio 2016, riportata in diversi atti amministrativi, non è stata rispettata e la stessa, per il Tar, «costituisce una mera manifestazione di intenti che ancora non si è formalizzata in alcun atto». Di qui l’annullamento della delibera di Consiglio comunale.
La giunta municipale ha però deciso di impugnare la sentenza di primo grado e si è affidata agli avvocati Vincenzo Puca e Giovanni Valeri.