Da Minturno a Fondi, da Monte San Biagio a Priverno e a Sezze, la preoccupazione circa il cambio di orario dei treni e delle fermate nelle varie stazioni, è stata grande fin dall'inizio, cioè da quell'11 dicembre che segnò una svolta in negativo per centinaia e centinaia di pendolari che, da Fossanova, si recano soprattutto a Roma. Poi è iniziata una serie di incontri in Regione e al Comune di Priverno, grazie alla solerzia dei sindaci del comprensorio della Valle dell'Amaseno. Della questione si interessò anche il consigliere regionale Enrico Forte. Poi, a marzo, finalmente un aggiustamento. Ma, se aumentò il numero dei treni a disposizione dei viaggiatori, sugli orari rimasero forti le perplessità di chi, a Roma, va ogni giorno per lavoro. Sui ritorni serali, in qualche modo, le cose sembrarono aggiustarsi. Ma rimase in piedi il problema del mattino. I pendolari di Priverno e di Sezze si sono uniti, dando vita anche a una pagina Facebook, monitorando ogni giorno i ritardi e le situazioni che vengono a crearsi. Soprattutto al mattino, quando i lavoratori sono costretti a viaggiare in condizioni a dir poco inquietanti. Ora, a metà aprile, significativa appare la considerazione pubblicata sui Social da un viaggiatore: «Il tempo medio di percorrenza Fossanova-Termini, orario vigente sino a fine 2016, era di 55 minuti. Con l'orario oggi vigente, si spera provvisorio, il tempo medio è di 82 minuti, quasi il 50% in più». Basterebbe questo dato, peraltro facilmente documentabile - sottolinea il viaggiatore - «per sintetizzare in maniera inequivocabile il livello di mancanza di rispetto, offesa verso la dignità dei pendolari, che hanno pagato anticipatamente, molti persino di un anno, un servizio pubblico con modalità e condizioni pattuite dal contratto di viaggio-abbonamento». Sembra, invece, che i cosiddetti regionali veloci, che fermano solo a Latina, vi arrivino anche con 5/6 minuti di anticipo, rimanendo lì fermi. Lunedì mattina - ha aggiunto un altro viaggiatore - il treno delle 6.33 da Fossanova è arrivato a Roma Termini alle 7.54, vale a dire dopo un'ora e 21 minuti. Un ritmo - ha sottolineato con drammatica ironia - «non da viaggio, ma da pellegrinaggio».