A ridosso della Festa della Liberazione, il dirigente dell'area Ambiente del Comune di Nettuno - Benedetto Sajeva - ha firmato un'ordinanza con la quale ha intimato all'amministratore del porto turistico "Marina di Nettuno" di dare il via alle indagini per accertare l'inquinamento dell'arenile che costeggia lungomare Padre Mauro Liberati, con la successiva bonifica e annesso "ripristino ambientale" della spiaggia.
In particolare, Sajeva ha preso le mosse dai risultati dei prelievi effettuati allo sbocco del tubo di dragaggio del fondale del porto, utilizzato per il conseguente ripascimento morbido dell'arenile: tali campionamenti vennero effettuati il 21 febbraio scorso dalla Guardia costiera e successivamente consegnati all'Arpa Lazio per le relative analisi. Questi ultimi hanno evidenziato che il campione presentava "acque altamente contaminate da liquami per gli elevati valori di Azoto ammoniacale, Azoto nitroso, Azoto nitrico, Bod5, Fosforo totale e Solidi sospesi totali".
Di conseguenza, ritenendo di dover intervenire "a tutela dell'igiene e per la salvaguardia della salute pubblica", il dirigente ha ordinato all'amministratore del porto "di avviare immediatamente tutte le operazioni di bonifica, previa presentazione del piano con l'accertamento di inquinamento di acque altamente contaminate da liquami, conseguenti e necessarie per la verifica della contaminazione dell'arenile, nonché al ripristino ambientale della zona interessata".
In tal senso, l'amministratore del porto dovrà anche dar vita - come accennavamo in apertura - a una indagine preliminare sui parametri oggetto di inquinamento e, successivamente, "attuare tutte le procedure operative e amministrative, compresa l'eventuale bonifica dell'arenile della zona interessata".
Chiaramente, l'ordinanza è stata anche notificata alla Regione Lazio, alla Guardia costiera e alla Asl: l'amministratore del porto, dal canto suo, potrà far ricorso entro 30 giorni al Prefetto o entro 60 giorni al Tar del Lazio, sede di Roma.