Dopo un lungo ricovero in terapia intensiva e un periodo in osservazione, vale a dire quindici mesi di permanenza in ospedale, ieri mattina è stato dimesso dal "Santa Maria Goretti" il giovane indiano vittima del tentato omicidio consumato, nel marzo del 2016, all'interno dei giardinetti in pieno centro a Latina. È il lieto fine di una storia di degrado, reso possibile dalla segnalazione di un attento cittadino testimone dell'efferato pestaggio, ma anche e soprattutto dal tempestivo intervento dei poliziotti della Squadra Volante che trovarono appena in tempo il corpo privo di sensi del ragazzo e rintracciarono il suo aggressore. Il salvataggio di S.A., queste le iniziali della vittima, fu una questione di minuti come testimonia il lungo periodo di degenza in Rianimazione prima del trasferimento in Medicina: preso a bastonate al culmine di una lite alimentata dai fumi dell'alcol, arrivò in pronto soccorso con la testa fracassata. Le sue condizioni di salute sembravano compromesse, mentre oggi, alla luce del decorso clinico, emerge proprio che la rapidità d'intervento è stata determinante per contenere i danni e di fatto contribuire in maniera incisiva a salvargli la vita. Era l'ora di pranzo di una domenica di primavera e in centro città giravano poche persone, ma la lite animata tra due stranieri nel parco Mussolini passò inosservata agli occhi dei più. Solo un passante si affrettò ad allertare il 113 e gli agenti della Questura piombarono ai giardinetti in una manciata di secondi intuendo la gravità dell'episodio dal tenore della segnalazione. Nel frattempo la vittima veniva colpita alla testa con un bastone. Si sono rivelati, quindi, istanti preziosi quelli risparmiati nel salvataggio del giovane pestato a sangue, perché i poliziotti sono riusciti, grazie alle descrizioni del testimone, a rintracciare l'aggressore che scappava, condannato un mese fa a otto anni di reclusione, senza dimenticare appunto che nel parco giaceva in fin di vita il malcapitato finito sotto la furia del connazionale.A.R.