Uno strumento di studio, «con un mandato limitato ad un breve arco temporale» e «finalizzato ad approfondire la conoscenza delle dinamiche di funzionamento dei mercati agroalimentari all'ingrosso sulle quali si è innestata l'infiltrazione delle organizzazioni criminali e a delineare gli orientamenti per un tempestivo intervento». È l'obiettivo di una proposta a cui stanno lavorando il senatore Corradino Mineo e la deputata Celeste Costantino, in quota Sel, entrambi membri della Commissione bicamerale Antimafia. Il documento presto sarà depositato e contiene, insieme a un analisi di premessa sull'importanza economica dei mercati ortofrutticoli su scala nazionale, anche un resoconto sulle numerose inchieste giudiziarie che hanno riguardato e continuano a riguardare i mercati ortofrutticoli. Dentro c'è anche il Mof, inserito tra i più importanti del territorio italiano e anche tra quelli interessati da importanti inchieste inchieste della Dia e della Dda sfociate in arresti e sequestri nel corso degli anni, ultima in ordine di tempo, quella del Nas, sfociata nei 12 arresti del 2016 sul traffico di ortofrutta finanziata dalla Comunità europea e destinata ai poveri, e invece finita per far lucrare un presunto sodalizio. Non c'è solo Fondi, naturalmente, nel documento: anzi, attualmente il vero fronte caldo delle infiltrazioni mafiose appare il mercato ortofrutticolo di Vittoria, il più grande della Sicilia, dove si sono registrati veri e propri attentati nei confronti di operatori di tutta la filiera e dove la presenza delle cosche si trasforma spesso in violenza. La verità è che le realtà non sono disgiunte tra loro, è la tesi del documento. Mineo e Costantino chiedono un "focus" su tutti i principali mercati perché, come hanno dimostrato le inchieste giudiziarie, possono trasformarsi in veri e propri crocevia in grado di saldare relazioni stabili anche tra cosche di territori diversi. Così, dopo aver ascoltato associazioni di categoria, organizzazioni sindacali e operatori, chiederanno alla Commissione Antimafia di formare un Comitato o gruppo di lavoro per studiare il fenomeno dall'interno e valutare eventualmente interventi legislativi ad hoc per arginare il fenomeno. Il metodo, vere e proprie audizioni di organizzazioni, rappresentanze del settore agricolo, del commercio all'ingrosso e al dettaglio, dei trasporti, enti di gestione, perfino le Procure e le Dda. Solo così, è la linea, sarà possibile comprendere l'universo dell'ortofrutta all'ingrosso, le sue dinamiche sui prezzi, i pagamenti, le merci, i trasporti. Solo comprendendo cosa accade sarà possibile fare proposte normative in materia penale. Spazzando via eventuali ostacoli.