Era consapevole che poteva provocare l'evento morte. E' quello che scrive il giudice monocratico del Tribunale di Latina Fabio Velardi nelle motivazioni che hanno portato alla condanna di otto anni di reclusione di un 31enne, imputato per omicidio colposo aggravato. Alla guida della sua utilitaria sotto l'effetto di cannabinoidi e con a bordo il figlio piccolo, aveva provocato un incidente stradale in cui aveva perso la vita Rocco D'Antona, residente ad Aprilia, alla guida di una Citroen che stava uscendo da una piazzola di sosta sulla Pontina a poca distanza da Latina. Il ragionamento del magistrato si fonda proprio su questo, sull'assunzione di sostanze stupefacenti da parte dell'imputato e quindi sulla consapevolezzache poteva mettere a repentaglio la vita di qualche automobilista su una strada con un alto volume di traffico. Il giudice sostiene inoltre che «Si evince la sussistenza della piena prova del nesso di causalità giuridica tra la violazione della regola cautelare da parte dell'imputato stridente con precise regola precauzionali». E così ad incidere nello scontro tra i due veicoli e tra le cause dell'incidente è stato lo stato psicofisico dell'imputato.