Il Tribunale amministrativo di Latina ha respinto il ricorso di una mamma contraria alla vaccinazione della figlia che per questo motivo non è stata ammessa alla scuola dell'infanzia dell'Istituto Comprensivo «Giuseppe Giuliano».
Secondo i giudici non c'è il «presupposto del danno grave e irreparabile, dato che il danno lamentato, ossia la impossibilità di accedere al servizio scolastico dell'infanzia, è eliminabile semplicemente adempiendo agli obblighi scaturenti dalla legge (obblighi di immediata applicazione... ed espressione di doveri solidaristici, posti a presidio degli interessi di tutti coloro che sono inseriti nella comunità scolastica)». Il provvedimento impugnato dalla mamma era stato emesso dalla scuola il 14 settembre scorso; in pratica la bimba non è stata ammessa il primo giorno di scuola in ottemperanza a quanto stabilito dalla circolare dell'ufficio scolastico regionale del 6 settembre 2017 e del protocollo stilato tra le scuole del Lazio e la Asl di Latina, nonché della circolare ministeriale del 16 agosto scorso.
La donna chiedeva l'annullamento del diniego, previa sospensiva cautelare, che è stata, appunto, respinta con ordinanza del Tar, relatore il giudice Davide Soricelli, del 19 ottobre e pubblicata ieri con relativa condanna della ricorrente al pagamento delle spese di giudizio pari a mille euro. Oltre all'Istituto comprensivo «Giuseppe Giuliano» era stato chiamato in causa il Ministero dell'Istruzione. La principale motivazione del ricorso era il diritto della bambina, rappresentata dalla madre, a proseguire il percorso scolastico, ovviamente in assenza dei vaccini prescritti per legge, obbligo invece ribadito nelle circolari richiamate dagli avvocati della donna, Michele Bonetti, Santi Delia, Umberto Cantelli e Silvia Antonellis. Dunque con il rigetto della domanda cautelare da parte dei giudici amministrativi di Latina si riafferma il principio della inderogabilità dell'obbligo della vaccinazione che ai fini della iscrizione a scuola può essere superato anche solo con la prenotazione e la manifestazione del genitore ad aderire alle vaccinazioni. Sul punto anche l'ordinanza del Tar di Latina richiama il parere del Consiglio di Stato emesso il 26 settembre 2017, con il quale sono stati ribaditi gli obblighi scolastici per i bambini che vengono iscritti. Quello della mamma di Latina è uno dei molti ricorsi alla giustizia amministrativa dei genitori no-vax che richiamano il diritto allo studio che dovrebbe essere garantito a tutti, ma in questo caso è unanime il giudizio sulla prevalenza dell'interesse di tutta la comunità scolastica.