Uno sguardo di troppo o una reazione non tollerata. Basta poco per scatenare la reazione dei bulli che, il più delle volte, manifestano la loro violenza senza un motivo preciso, se non per affermare la loro leadership. È un po' quello che è successo sabato sera in piazza San Marco, dove alcuni adolescenti sono stati aggrediti per futili motivi. L'ultimo episodio di una lunga serie che testimonia un nuovo fermento tra i gruppi di giovani, ma soprattutto tra le nuove leve delle baby gang che rischiano di trovarsi catapultate, nel giro di pochi anni, direttamente tra i ranghi della microcriminalità. Un'involuzione sociale che la Polizia sta cercando di contrastare con un attento monitoraggio del mondo dei giovani e soprattutto attraverso servizi di prevenzione nelle scuole.
Generazioni di adolescenti si avvicendano nei luoghi più frequentati del centro città e con esse si ripetono rituali, emozioni e ansie di sempre tra i giovani. Un contesto nel quale riescono a proliferare i bulli, ragazzi che il più delle volte pagano sulla loro pelle esperienze familiari disastrose in contesti sociali e urbani degradati. Lo sanno bene in Questura e per questo, negli ultimi anni, si sono intensificate le attività di dialogo con i giovani con l'obiettivo di contrastare sul nascere le devianze sociali.
Da qualche mese, soprattutto il sabato sera quando in centro si riversano molti gruppi di giovani, si sta manifestando la supremazia di una nuova baby gang. Già nell'inverno scorso si era registrato qualche caso isolato nelle zone del centro più frequentate dagli adolescenti. Ma un mese fa i bulli avevano scosso la folla di giovani che il sabato sera riempie piazza San Marco: le pattuglie della Squadra Volante erano dovute intervenire un paio di volte per le segnalazioni di risse tra giovanissimi, ma al loro arrivo i poliziotti non avevano trovato gli aggressori e, tra un muro di silenzio e l'altro, non erano riusciti a individuare le vittime.