Quaranta chilometri a nuoto, nelle acque gelide che dividono San Felice Circeo e Ponza, per dire «no» alla discriminazione e all'emarginazione sociale delle persone disabili o affette da patologie rare. È l'impresa dell'atleta diversamente abile Salvatore Cimmino, 53 anni e facente parte del Circolo Canottieri Aniene, che in un'intervista ci ha spiegato il perché di questo suo progetto e quali obiettivi cerca di raggiungere.


Il nuoto per cercare di abbattere le barriere, sia architettoniche che sociali. Come nasce il progetto?
Questo progetto nasce undici anni fa. Questo Paese ha difficoltà veramente serie nel rispondere alla domanda di persone che convivono con la disabilità o patologie importanti, le cui conseguenze sono spesso irreversibili.


Per quale motivo?
Molto spesso, probabilmente, abbiamo a che fare con un sistema organizzato male per venire incontro alle esigenze di persone e famiglie colpite. Questo provoca conseguenze drammatiche. La più grande è quella dell'emarginazione, dell'esclusione dalla vita sociale. La maggior parte delle persone, non esagero se parlo del 90 per cento, non riesce ad esercitare il diritto di cittadinanza. E quando parliamo di diritto di cittadinanza parliamo di violazione dei diritti umani. Ecco perché è nato questo progetto.


Ha avuto riscontri dalle istituzioni e dal mondo politico?
Più che riscontri ho avuto solidarietà da parte delle istituzioni ai livelli più alti. Dalle Nazioni Unite al nostro Governo. Anche il presidente del Consiglio Paolo Gentiloni mi ha inviato un messaggio. Concretamente, però, non c'è mai stata una risposta importante. Eppure parliamo di un problema serio, anche per quanto riguarda le malattie rare.


E infatti era il tema al centro di questa traversata...
Esatto. E i numeri sono importanti. Questi sono quelli emanati dall'Organizzazione mondiale della Sanità, per cui arrivano da un'organizzazione che opera sul campo. In Italia ci sono oltre due milioni di persone affette da malattie rare e circa il 70 per cento di queste sono bambini. Una situazione che non si può ignorare.