AMPIO SERVIZIO CON LATINA OGGI (14 DICEMBRE 2017)

Della Penna Molla tutto
Le sono bastate 48 ore di riflessione per capire davvero in quale guaio è finita e che era il caso di farsi da parte. Eleonora Della Penna si è dimessa ieri dalla carica di sindaco del comune di Cisterna ed ha così perso automaticamente anche la poltrona di Presidente dell'Amministrazione provinciale. Lasciare la guida di due enti in una sola volta accade di rado, e quella del sindaco di Cisterna deve essere stata una scelta difficile e dolorosa, degna di una donna di carattere e di una amministratrice onesta. «Il mio è un atto dovuto, di correttezza politica e dignità personale - si legge nella lettera di dimissioni protocollata ieri mattina nella Segreteria generale del Comune di Cisterna - Un atto volto a ristabilire un minimo di serenità nei due enti che ancora rappresento».  Restare aggrappata a quelle due poltrone sarebbe stata una follia politica, soprattutto perché a finire in carcere o ai domiciliari con accuse molto brutte sono stati tra gli altri consiglieri, assessori e un vicesindaco della maggioranza che sosteneva il sindaco. Nelle carte dell'inchiesta Touchdown non c'è traccia di eventuali o anche lontane responsabilità materiali di Eleonora Della Penna nei fatti contestati alle diciannove persone colpite dalle misure cautelari, e quello che emerge, anche dalle parole della stessa Della Penna più volte intercettata durante le indagini, è la sua consapevolezza che qualcosa non andava per il verso giusto. Una consapevolezza che oggi diventa responsabilità politica, quella sì. Nella sua veste di primo cittadino e di Presidente dell'Amministrazione provinciale, la Della Penna avrebbe dovuto fare di tutto per porre fine alle pratiche illecite di cui aveva comunque avuto sentore; anche perché il primo deterrente contro la corruzione è il controllo politico amministrativo sugli atti degli enti pubblici. Quando arriva la «cavalleria» esibendo ordinanze e manette, è già tardi, i danni sono stati fatti.

In Provincia la "sorpresa" Bernasconi
Con le dimissioni da sindaco di Cisterna, Eleonora Della Penna decade automaticamente anche da presidente della Provincia. Ma proprio qualche minuto prima di lasciare la carica sindacale, il colpo di scena: la presidente ha infatti revocato la carica di vicepresidente di via Costa a Gerardo Stefanelli, sindaco di Minturno, assegnandola contestualmente al consigliere provinciale Giovanni Bernasconi. Pertanto sarà quest'ultimo a dover gestire la delicata fase transitoria della Provincia verso le elezioni per il nuovo presidente. Una decisione che ufficialmente viene giustificata dal fatto che Stefanelli sia anche dipendente della Provincia ma che in realtà nasconde gli attriti che da sempre ci sono stati, dal punto di vista politico, tra i due sindaci. Si tratta di una scelta dal valore altamente politico che lascia al Partito Democratico la guida della Provincia per i prossimi 60 giorni, quando si andrà nuovamente a votare per via Costa ma cambia la corrente di riferimento in quanto Bernasconi appartiene all'area di Enrico Forte, mentre Stefanelli è considerato vicino a Moscardelli. Tra Della Penna e Stefanelli c'erano stati dissidi recenti su argomenti importanti come il riassetto scolastico e l'alta diagnostica. Ma ora cosa accade in Provincia? Giovanni Bernasconi sarà presidente facente funzioni per circa novanta giorni (20 dalle dimissioni protocollate ieri da Della Penna, più ulteriori 60 per le nuove elezioni).

Donnini e Placidi in silenzio, Ettorre e Baccari rispondono
Sono iniziati oggi i primi interrogatori degli arrestati dell'operazione Touchdown coordinata dal pm Cristina Pigozzo e diretta dai carabinieri del Comando Provinciale di Latina. Patrizio Placidi, già detenuto per un altro procedimento della Procura di Velletri si è avvalso della facoltà di non rispondere. Stessa linea scelta anche dall'imprenditore Rinaldo Donnini. Hanno parlato invece Enrico Baccari e Stefano Ettorre detenuti nel carcere di Latina che sono stati ascoltati in tarda mattinata dal gip Giuseppe Cario che ha firmato il provvedimento restrittivo. Entrambi hanno negato le accuse relative alle tangenti contestate nell'ordinanza cautelare, per Ettore è stato presentato ricorso al Tribunale del Riesame. Domani gli interrogatori andranno avanti fino a venerdì quando sarà ascoltato Raffaele Del Prete. Dopo che si sono conclusi gli interrogatori per chi è in carcere inizieranno le audizioni per gli indagati che sono ai domiciliari.

Le turbative viaggiavano su due livelli
I livelli i influenza delle turbative d'asta come nel caso del verde erano su due livelli. Uno di natura tecnica e l'altro invece di natura politica. Lo scrive il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Latina Giuseppe Cario nell'ordinanza di custodia cautelare. Il riferimento è alla gara per il verde di Cisterna e sulla sponda politica c'era Placidi mentre su quella tecnica Walter Dell'Accio che si trova ai domiciliari. «E' partecipe assoluto e contribuisce alla turbativa - sottolinea il magistrato - è dirigente dell'ufficio interessato, è lui che firma la determina, indicato dallo stesso imprenditore come riferimento della turbativa». Nei confronti di Dell'Accio viene contestato un singolo episodio avvenuto nel maggio del 2016.
Intanto dopo che nei giorni scorsi si è costituito l'imprenditore Raffaele Del Prete nel carcere di Latina, ieri i carabinieri hanno notificato l'ordinanza di custodia cautelare agli arresti domiciliari anche nei confronti di Guglielmo Sbandi, originario di Cori.
E' accusato di un episodio avvenuto a Cisterna nel giugno del 2016 quando in qualità di referente di una società aggiudicataria del servizio di refezione scolastica del Comune di Cisterna avrebbe promesso ai consiglieri comunali Alvaro Mastrantoni e Giovanni Giarola la consegna di 20mila euro per scongiurare la risoluzione del contratto e per l'interessamento dell'aggiudicazione della gara successiva.

Ingombrante Coluzzi, Frezza tramava contro
Ingombrante Angela Coluzzi, odiata, temuta, finita dentro un'interrogazione parlamentare. L'ex assessore comunale, dopo essersene andata, aveva infilato una serie di polemiche contro l'amministrazione. Una a gennaio 2016 sulle modalità di selezione del tecnico responsabile dell'ufficio condono, vinta da Carmine Nocera, in seguito arrestato. Ma in generale la Coluzzi, ad un certo punto, è stata considerata una sorta di mina vagante. Tanto che a marzo del 2016, quando è in pieno svolgimento il pressing perché la manutenzione del verde venga affidata alla Ima, il consigliere comunale Filippo Frezza si preoccupa, appunto, di un articolo di cronaca che a suo dire stava «massacrando Andrea» (Caiazzo, ,amministratore di Ima). L'articolo cui si fa riferimento aveva infatti per oggetto la Ima e parlava proprio delle assunzioni della figlia di Frezza legata all'allora vicesindaco Muzzupappa. Un articolo premonitore di quello che poi svelerà l'inchiesta «Touchdown». E qui emerge il risentimento di Frezza verso la Coluzzi, al punto che annuncia di volerla denunciare. «Stiamo facendo denuncia alla Coluzzi». E tutto perché con le sue dichiarazioni la Coluzzi rischiava di vanificare le mire di Frezza e Caiazzo, poiché da quel momento gli uffici comunali erano in allerta.

Quell'ossessione per i soldi
Che rumore fanno, esattamente, i soldi? Un fruscio, un colpo sordo? Dove stanno, quanto pesano? Quanti sono? Chi li porta? Questa inchiesta così simile alle altre storie di corruzione ha una peculiarità che, è appunto, il suono del denaro. Per la prima volta gli atti di un'indagine sulle tangenti che girano in lungo e in largo per la provincia di Latina offrono un'immagine multisensoriale della mazzetta. Non era mai accaduto. La suggestione ha colpito per primo proprio il giudice che ha firmato gli arresti, Giuseppe Cario, il quale nelle intercettazioni ambientali nota il suono delle mazzette di banconote che viene scandito sul tavolo prima della consegna a Filippo Frezza. E sono soldi veri, descritti quasi per matricola di Bankitalia, quelli trovati poco dopo nella macchina di Frezza dai carabinieri. E di soldi si preoccupa l'assessore Ianiri quando dice che sono troppi per il verde: «Stiamo a tagliare con quelli comunali ed oltre a quelli diamo i soldi a Caiazzo e company». Poi c'è il sindaco Eleonora Della Penna, che sospetta e la butta là dicendo che Andrea Caiazzo «si steccava i soldi con Marco» Muzzupappa. E, ancora, Filippo Frezza, che odia le gare pubbliche come la peste, dunque invoca «un' ordinanza dove dici che i soldi intanto vanno alla Cisterna Ambiente». E sempre Frezza che si preoccupa quando deve giustificare la presenza di 30mila euro in contanti nella sua auto

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