Non è stata una rapina impropria ma un furto aggravato. Lo scrivono i giudici del Tribunale del Riesame di Roma che hanno riqualificato il reato nei confronti di Salvatore Quindici, il complice di Domenico Bardi, il 41enne di Napoli ucciso in via Palermo a Latina il pomeriggio del 15 ottobre dall'avvocato Francesco Palumbo. Nei giorni scorsi gli avvocati Elvira Deleo e Claudio Davino hanno impugnato l'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip del Tribunale di Latina nei confronti del proprio assistito che in sede di interrogatorio di garanzia aveva ammesso i fatti e che era stato a Latina per il furto nell'abitazione del professionista sostenendo anche di essere stato colpito da una pallottola.
I magistrati romani hanno confermato la misura restrittiva del carcere ma hanno cambiato lo scenario relativo alla contestazione del reato.
Una volta che saranno depositate le motivazioni il quadro sarà molto più chiaro.
Intanto tra meno di un mese sarà consegnata la consulenza tecnica disposta dalla Procura di Latina sul braccio di Salvatore Quindici, per accertare la compatibilità della ferita con i proiettili repertati.
L'operazione peritale si è svolta nei giorni scorsi nel carcere di Poggioreale a Napoli dove il 43enne è detenuto. Quindici era stato arrestato insieme ad altre tre persone per il furto in casa dell'avvocato Palumbo, gli accertamenti dei detective della Squadra Mobile, coordinati dal dirigente Carmine Mosca, avevano portato a Napoli e in particolare nel rione Traiano dove vivono gli indagati.
Intanto entro la fine di gennaio sarà consegnato anche il risultato definitivo dell'autopsia, eseguita dal medico legale Tommaso Cipriani, sul corpo di Domenico Bardi e dovrebbero arrivare sul tavolo del magistrato inquirente Simona Gentile anche i risultati della perizia balistica eseguita dalla polizia scientifica sulla scena del crimine.