Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio sezione staccata di Latina ha rigettato il ricorso presentato dall'associazione A.D.A. (Associazione difesa degli animali) contro la modifica al nuovo regolamento per la tutela degli animali approvato all'unanimità nell'ultimo consiglio comunale. In sostanza il nuovo regolamento dispone che "all'interno di abitazioni private, giardini e cortili privati e spazi comuni in contesto condominiale, i cittadini di Gaeta non possono possedere e detenere più di cinque animali in spazi esterni quali cortili e giardini e più di un animale ogni otto metri quadri all'interno dei singoli appartamenti". Contro tale nuova disposizione era insorta l'associazione animalista che avviò una raccolta firme che in poco più di una settimana ha già raccolto quasi 4mila sottoscrizioni, che però non ottennero l'effetto sperato. L'associazione annunciò così il ricorso all'autorità competente perchè la delibera venisse annullata. Giovedì il Tar con un'ordinanza si è pronunciato sul ricorso presentato da A.D.A. Associazione Difesa degli Animali, rappresentata e difesa dall'avvocato Vincenzo Papa, contro il Comune di Gaeta in persona del Sindaco pro tempore, non costituito in giudizio; e contro il Comune Gaeta, rappresentato e difeso dall'avvocato Annamaria Rak, nel quale chiedeva l'annullamento, previa sospensiva della delibera numero 58 del 28 settembre, pubblicata all'albo pretorio dal 27 ottobre, con la quale sono state apportate modifiche ed integrazioni al regolamento comunale approvato con delibera numero 49 del 3 agosto del 2012, sulla tutela degli animali, nella parte in cui ha disposto: "l'abrogazione della clausola che disciplinava il divieto di fissare un numero massimo di animali domestici detenibili in abitazioni, previsto dall'art 8 comma 25 del regolamento comunale del 2012".
Il relatore il dottor Antonio Massimo Marra dopo avere ascoltato le parti si è ritirato nella camera di consiglio uscendone con una decisione che ha lascaito l'amaro in bocca a tutti gli animalisti: «Considerato che non sussistono i presupposti per rilasciare l'invocata misura cautelare, tenuto conto della natura non dispositiva dell'atto generale gravato, il ricorso è rigettato». Un duro colpo per l'associazione e per gli animalisti che speravano di udire tutt'altro. Ora resta da vedere se il sodalizio intenderà ricorrere al Consiglio di Stato oppure accettare quanto deciso dai giudici del Tar.