Una piscina abusiva realizzata a Quarto Caldo, a due passi dalla scogliera e immersa nel cuore del Parco nazionale del Circeo.
Ma da quando i reati sono stati commessi è passato troppo tempo e ora la prescrizione ha sistemato tutto.
I fatti risalgono al 2009, quando il corpo forestale di Sabaudia scopre una piscina irregolare nella villa di una signora di Roma, all'epoca dei fatti 75enne.
Scatta il sequestro e per l'anziana inizia anche la vicenda processuale.
Parliamo infatti di una violazione al testo unico sull'Edilizia commessa in una zona, qual è appunto quella di Quarto Caldo, caratterizzata da numerosi vincoli.
Si tratta di un'area particolarmente fragile, in passato già deturpata da interventi edilizi spregiudicati (il Sacco del Circeo) e dunque sottoposta a varie tutele per preservarla il più possibile.
Ci troviamo inoltre, come accennato, all'interno del Parco nazionale.
Per quelle irregolarità edilizie l'anziana finisce a processo e nel 2013 arriva la condanna di primo grado.
Il Tribunale di Latina, sezione di Terracina, giudica la donna colpevole dei reati a lei contestati e, ritenuta la continuazione, la condanna alla pena di due mesi di arresto e 61.972 euro di ammenda.
Nella sentenza si dispone anche la demolizione dei manufatti irregolari.
Ma è già passato troppo tempo e la prescrizione è dietro l'angolo.
Arriva infatti con la sentenza di Appello.
I giudici della terza sezione penale della Corte capitolina non possono far altro che rilevare la non punibilità dei reati ascritti all'anziana, oggi 84 anni, per intervenuta prescrizione.
Di conseguenza vengono pure revocati l'ordine di demolizione e il dissequestro, con restituzione degli abusi, ossia piscina, all'interessata.
La prescrizione ha «cancellato» le irregolarità.