Il “cartello” delle aziende che sfruttano i braccianti, stranieri ed italiani danneggia i lavoratori ma anche le realtà economiche sane. E’ questo un dei dati emerso nell’ambito dell’iincontro con i massimi responsabili della Direzione Territoriale Lavoro di Latina nell’ambito del quale è stato presentato un documento di lavoro con le riflessione e le proposte della Uila Uil e dalla Uil nel suo insieme. La Direttrice della DTL di Latina, d.ssa Antonella Ferrini, la Responsabile dei Servizi Ispettivi, Dott.sa Pacifico e la Responsabile delle relazioni sindacali Dott.sa Caprì si sono incontrate con il responsabile provinciale e Nazionale della UILA UIL Giorgio Carra, Tonino Passaretti della Uila di Latina e Luigi Cavallo della Uil provinciale. Nel contesto dell’incontro  è stato possibile effettuare un’ampia disamina della situazione del lavoro agricolo in provincia di Latina, a partire dalla conferma che la Dtl di Latina sta monitorando con straordinaria attenzione la problematica in questione, ed ha già fortemente intensificato la propria attività ispettiva, spesso coordinata con le forze dell’ordine, in numerose aziende della provincia di Latina a partire dall’area centrale. In base ai dai forniti dalla Uil quello agricolo è un settore che coinvolge non meno di 20.000 lavoratori sia italiani (30%) che stranieri (70%). Come fare per stroncare il dilagante fenomeno dello sfruttamento? Per il sindacato servono “mezzi eccezionali compresa l’azione della magistratura per perseguire i reati riferibili ai caporali, nonché il sequestro dei beni oggetto di tali reati, anche in riferimento alle aziende che beneficiano delle azioni e dei reati consumati dai caporali”.

Per la prima è stato utilizzato il termine “cartello”, per definire le aziende “che progressivamente – si legge in una nota della Uil Latina -  ma inesorabilmente, stanno andando oltre e al di fuori delle stesse intenzioni delle associazioni imprenditoriali locali, che approfittando delle flessibilità insite nel mercato del lavoro agricolo, tendono sistematicamente ad imporre un peggioramento dei  diritti e delle condizioni economiche e previdenziali dei lavoratori agricoli impegnati in questo importante settore dell’economia Pontina”. Realtà che in buona sostanza sono passate da comportamenti corretti all’aumento delle ore retribuite in nero. Per non contare poi quelle aziende che indebitamente si sono appropriate anche del Bonus Renzi dei loro lavoratori. La denuncia del sindacato in questo senso è continua ma serve comunque un lavoro sinergico migliorando le metodologie di verifica e avviando controlli continuativi. Su questo è stato stilato un di lavoro, contenente alcune valutazione “per individuare le aziende maggiormente a rischio e per concentrare su di esse le attività ispettive”.  Sono state proposte (come spiegate nel documento di lavoro) alcune ipotesi per definire delle griglie di priorità nella individuazione delle aziende da sottoporre a controllo: le aziende che occupano molti lavoratori regolarizzando un numero minimo di giornate, le aziende che denunciano una occupazione significativamente al di sotto di quanto previsto dalle tabelle “ettaro/cultura” dell’Inps che mettono in rapporto le varie tipologie di cultura con il numero di giornate occorrenti per essere sviluppate, le modalità di pagamento degli operai agricoli anche per la parte regolarizzata.

“Da parte della Uila Uil e della Uil nel suo complesso – commenta Giorgio Carra responsabile UILA -, unitamente al lavoro sindacale e di assistenza su tutte le problematiche che viene svolto in tutte le sedi della Uil presenti nel territorio pontino dove si rivolgono giornalmente migliaia di lavoratori, verrà intensificata l’attività di denuncia e di sollecitazione delle istituzioni affinché si ponga in essere quell’azione ispettiva che determini il ripristino delle migliori condizioni per i lavoratori e per quelle aziende  che comportandosi correttamente vengono danneggiate da coloro che pongono in essere comportamenti assolutamente scorretti e intollerabili, di certo – conclude Carra – la UILA si adopererà per una sistematica azione di controlli ispettivi e di denuncia, fino a quando la situazione non rientrerà in canoni di normalità e verrà scongiurato il rischio di radicalizzazione degli abusi.”