Come fu per “Villa Marcus” lo scorso mese di ottobre, anche per “Il Carrubo” il Tribunale del Riesame ha bocciato i ricorsi presentati dai proprietari, confermando il provvedimento di sequestro che ha portato alla chiusura all’attività commerciale. Così come avvenne per il lussuoso resort, infatti, anche per il famoso ristorante situato in località Morgazzano, a Sonnino, l’apparato accusatorio predisposto dal Pm Giuseppe Miliano ha retto. Il provvedimento era stato eseguito il 4 gennaio 2017 dai carabinieri del Nucleo operativo e radiomobile della compagnia di Terracina, su provvedimento emesso dal giudice di Latina Giuseppe Cario. La richiesta, il cui iter è partito da un esposto, segue quanto previsto dall’articolo 321 del Codice di Procedura Penale. Nello specifico, la procedura consente il sequestro preventivo laddove insorga pericolo che la libera disponibilità di una cosa pertinente al reato possa aggravare o protrarre le conseguenze di esso, ovvero agevolare la commissione di altri reati, in questo caso l’abuso edilizio. Il sequestro preventivo permette agli inquirenti di congelare la situazione dei luoghi per continuare a vagliare tutti gli elementi a disposizione, oltre ad acquisirne di nuovi. Ogni attività in corso nell’area viene ovviamente sospesa. Il sequestro ha spostato il focus su un fenomeno che potrebbe rivelarsi assai esteso. Si tratta di costruzioni edificate in zona agricola ma adibite ad altro uso. Un problema che qualcuno sostenga incidere su circa 400 abitazioni e 20 attività commerciali. Il che potrebbe girare la lente degli inquirenti su chi ha concesso le autorizzazioni e su chi non ha vigilato. E in questa ottica i proprietari potrebbero ritrovarsi parte lesa.