Il poligono militare di Valmontorio, al lido di Latina, alcuni giorni fa ha fatto da scenario a un incidente che ha coinvolto un poliziotto, ferito in fase di addestramento dall’esplosione di un proiettile nella pistola. Un caso che, stando al sindacato indipendente di polizia Coisp, non sarebbe isolato e per questo è stato oggetto di un esposto al Ministero dell’Interno.
«È il terzo incidente in pochi giorni, che dimostra quale sia davvero il livello di armamento e munizionamento in dotazione alla Polizia di Stato, mentre incombe la minaccia terroristica e la criminalità diventa sempre più agguerrita - scrive Franco Maccari, segretario generale del Coisp in una lettera inviata al Capo della Polizia, il prefetto Alessandro Pansa - Proiettili che esplodono e feriscono gli Agenti: sono queste le risorse fornite alla Polizia, nonostante i proclami con cui si sostiene di volere rendere il più possibile efficace ed efficiente l’azione di tutto l’apparato antiterroristico, a partire dai Centri di formazione preposti all’insegnamento delle cosiddette tecniche avanzate».
Allegando alla missiva le fotografie inquietanti della pistola Beretta d’ordinanza fatta a pezzi dall’esplosione, il sindacato ha posto una serie di interrogativi al Ministero: «Come mai dopo il primo incidente non si è subito provveduto a bloccare il lotto di munizioni? E con quale logica chi ne aveva la responsabilità ha reiteratamente autorizzato l’utilizzo di cartucce palesemente e storicamente difettose?».
Non ha tardato ad arrivare la replica del dipartimento di pubblica sicurezza del Ministero dell’Interno che ha ribadito prima di tutto le responsabilità dei poliziotti circa la manutenzione dell’arma. Poi ha osservato che le cartucce incriminate fanno parte di una fornitura per addestramento erogata nel 2009 e ormai terminata. Ciononostante avevano superato positivamente le verifiche del caso. Altre partite di cartucce di un’altra marca e destinate all’impiego operativo, si erano rivelate difettose e per questo erano state sostituite e declassate all’addestramento.
Dal Coisp avevano comunque osservato che gli incidenti sono stati «provocati verosimilmente dall’esplosione del bossolo delle cartucce da esercitazione di un lotto del 2009, messe da parte nel 2011 e riesumate nel 2014. Cartucce evidentemente difettose, probabilmente per la poca quantità di polvere da sparo, che sono state sottoposte ad una veloce perizia, qualche test di prova, e legittimate per l’addestramento attraverso una circolare ministeriale».
«È un circolo vizioso che avvantaggia solo le aziende produttrici di armi e munizioni con le quali, tra l’altro, solo pochi eletti hanno contatti. Chissà se c’è dietro qualcosa di …poco edificante» si chiede il segretario generale Maccari, evidenziando le chiare responsabilità di chi ha valutato le caratteristiche tecniche ed autorizzato l’approvvigionamento del munizionamento. «È necessario restituire al mittente i materiali difettosi ed assicurare più trasparenza nei contratti in modo da non arrecare ulteriori danni ai poliziotti costretti ad utilizzare materiali riesumati - conclude Maccari - Non è accettabile che munizioni difettose vengano bandite dalle attività operative e destinate a quelle di addestramento, come se nel secondo caso un incidente arrechi meno danni al malcapitato poliziotto»