Le famiglie italiane tornano a spendere e ad investire nei consumi, portando alla ribalta un fenomeno che si era assopito nel tempo: quello della richiesta dei prestiti. E a fare da capofila in questo boom è la provincia di Latina, seguita immediatamente da quella di Frosinone. Dati sorprendenti quelli riportati da Il Sole 24Ore sulla base delle rilevazioni Istat ed Eurisc, che dimostrano come i primi mesi del 2016 siano stati caratterizzati da un significativo aumento dei consumi delle famiglie e del conseguente ritorno alla richiesta di prestiti.


Dei 110 Comuni in classifica, Latina ottiene il primo posto per la variazione del numero di richieste di prestiti, ossia la differenza tra il mese di febbraio 2016 e lo stesso periodo dello scorso anno. Nella provincia pontina si è infatti registrato un aumento del +36,3%. Sempre più cittadini sono dunque tornati a chiedere prestiti, ma a questo dato non corrisponde il primato dell’ammontare delle cifre richieste. A Latina, infatti, vengono mediamente richiesti 4.661 euro, cifra più bassa rispetto alla media delle altre province. Insomma, nel territorio pontino i cittadini ritrovano il coraggio di avvicinarsi ai prestiti restando però cauti nell’ammontare richiesto, lasciando le cifre più alte alle province economicamente più forti quali Milano e Roma.
A questo dato si aggiunge un ulteriore trend in forte crescita, quello relativo all’aumento della spesa in beni durevoli: nel 2015 a Latina sono stati spesi 423 milioni di euro (+4.5% rispetto al 2014). Un dato positivo, quello riportato da Il Sole 24Ore: se i cittadini sono tornati ad impegnarsi in pagamenti rateizzati significa che sono anche tornati a credere nella ripresa economica e in una maggiore sicurezza finanziaria. Ma per cosa vengono chiesti i prestiti? I primi desideri (o necessità) restano i motori (vetture sia nuove che usate, moto o camper) e la casa (mobili ed elettrodomestici), settori in forte crescita grazie anche alle sempre più comuni offerte «a tasso zero» delle grandi catene e dei brand internazionali.


Le domande - sempre come riportato da Il Sole 24Ore - provengono per il 50% da adulti in età compresa tra i 35 e i 54 anni, ma sembra che anche i più giovani (18-34 anni) si siano avvicinati al credito al consumo, probabilmente forti di nuovi impieghi ottenuti grazie al Jobs Act. Un dato che fa ben sperare, dunque, e che nel futuro potrebbe aiutare l’economia nazionale grazie anche a nuovi stimoli quali condizioni di offerte vantaggiose, liquidità delle banche e miglioramento del comparto.