Era legittimo il sequestro della casa popolare occupata abusivamente dalla famiglia di Angelo Travali. Lo hanno stabilito i giudici della Suprema Corte di Cassazione dichiarando inammissibile il ricorso presentato dal trentenne rom che nel frattempo è finito in carcere con l’accusa di tentata estorsione ed è accusato di fare parte dell’organizzazione criminale sgominata con l’inchiesta Don’t touch.
I sigilli erano scattati la scorsa estate quando “Palletta” era riuscito a sfuggire alla cattura e si era reso irreperibile. Scavando sulla sua vita, gli investigatori della Squadra Mobile avevano constatato che la sua famiglia da diversi anni abitava in un alloggio popolare occupato abusivamente al lotto 46 dei palazzoni di viale Pierluigi Nervi. E non solo, visto che un piano sopra aveva già occupato un altro appartamento più spazioso che stava ristrutturando e come lui anche il fratello e la cognata vivevano in una casa popolare destinata ad altri.

(L'articolo completo su Latina Oggi del 22 aprile 2016)