Sembrava una battaglia sommersa, relegata al «problema» delle concessioni degli stabilimenti balneari. E invece adesso si ripropone più attuale che mai. La direttiva Bolkestein è diventata uno di quei motivi per i quali anche da queste parti c’è la tentazione di «uscire da questa Europa tiranna». In realtà si sta parlando di una direttiva europea che impone a tutti gli Stati membri di abolire per sempre i diritti di prelazione sulle assegnazione dei suoli pubblici per l’uso a fini economici. Finora i titolari di concessioni su aree pubbliche (chioschi, stabilimenti, edicole, bar, banchi dei mercati e delle fiere fisse, ristoranti nelle zone portuali...) debbono partecipare a nuovi bandi e non far valere la titolarità pluriennale come è stato fin ad oggi. Ma proprio questo ha scatenato l’ira degli attuali assegnatari che temono «lo smantellamento dei diritti». Il 5 luglio manifestazione nazionale a Firenze con 300 partecipanti dalla provincia di Latina.
La prima forma di protesta contro la direttiva Bolkestein è contenuta in un libro scritto da Fulvia Frallicciardi, titolare di uno storico stabilimento balneare di Gaeta, che ha ricostruito la biografia di tante operatrici del settore la cui vita personale e familiare è coincisa con quella delle strutture realizzate sugli spazi ottenuti in concessione dal Demanio.
Al libro, scritto tre anni fa, sono seguite decine di altre iniziative organizzate da molte associazioni istituzionali e comitati spontanei.
Il 9 giugno c’è stata la marcia dei silenziosi organizzata dall’Associazione Imprese Oggi e il 5 luglio è previsto un raduno nazionale a Firenze voluto da Assidea. Nel mezzo incontri organizzati da Confcommercio e da singoli Comuni. Dopo l’esito del referendum in Gran Bretagna proprio la direttiva Bolkestein è assurta a simbolo delel scelte «ingiuste» dell’Unione Europea.

L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (27 giugno 2016)

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