Dopo il sequestro delle sue attrezzature balneari, accusato di abusivismo, il ponzese Silverio Gabresu replica al sindaco di Ponza, Piero Vigorelli, con una lettera aperta. "Signor sindaco - scrive Gabresu - le sue improvvide dichiarazioni circa il finto malore da me inscenato nel corso delle operazioni di sequestro  delle mie attrezzature balneari svolte dai suoi vigili sabato pomeriggio,  mi costringono - mio malgrado - a replicare pubblicamente , a tutela di quella dignità che - Le assicuro - anche noi isolani possediamo e custodiamo gelosamente. Vede, Signor sindaco, non basta tirar su due ricciole dai nostri mari, non basta passeggiare per il corso nelle ore di punta, per essere considerato uno di noi: essere isolani è un valore che si legge nei solchi scolpiti dal maestrale sui nostri volti, negli sguardi puntati su un orizzonte sempre troppo lontano, negli inverni sempre troppo lunghi e desolanti, nelle ansie dei nostri giovani e nella rassegnazione dei nostri anziani. Io , come molti ponzesi, mi chiamo Silverio, una sorta di marchio d’origine che condivido con i tanti che hanno così inteso omaggiare l’illustre Santo Patrono, senza tuttavia doverne necessariamente condividere i destini. Ricordi, signor Sindaco, che proprio dalle isole, da taluno concepite come luogo di segregazione, si sono spesso levati i venti del riscatto e del desiderio di libertà. Lei potrà avere il privilegio di ormeggiare il suo bel gozzo là dove i comuni mortali mai oserebbero immaginare ma non quello di saper interpretare la nostra cultura , così finendo per comandarci senza tuttavia riuscire a rappresentarci a pieno. E forse non è un caso che a presidiare i Suoi poteri abbia chiamato truppe di targa sabauda (il comandante dei vigili urbani quest'anno viene da Torino) , probabilmente le uniche in grado di  osservarci con i Suoi stessi occhi da estraneo, gli unici in grado di multare chi ha l’auto sporca e chi utilizzi l’acqua per lavarla, di sanzionare chi, costretto a lavorare in condizioni impervie abbia messo in moto l’auto prima di salirvi a bordo, di invitarmi al comando a ritirare il verbale con il quale sono stati cancellati d’un tratto passato, presente e futuro e nel contempo infliggermi 78 euro di multa per la sosta del motorino, le uniche costrette a chiederci le generalità prima di crocifiggerci. Chissà se in un prossimo futuro dovremo ritrovarci ad essere anche amministrati da assessori meneghini piuttosto che bergamaschi o veneziani, così almeno smetteremo di dialogare con loro e non succederà - com’è successo a me - che un assessore ti esorti a riaprire gli ombrelloni per poi vederli nuovamente sequestrati; non succederà che in Comune ti forniscano i materiali per realizzare strutture poi destinate al sequestro e forse alla confisca. Il linguaggio della dignità, tuttavia, è universale e non conosce inflessioni dialettali, così come universale è il linguaggio del corpo: purtroppo, Signor sindaco, sabato pomeriggio  non è andata in onda alcuna sceneggiata da dare in pasto ai turisti, ne avrei fatto volentieri a meno, glielo assicuro. La legge stabilirà se avevo o no il diritto di noleggiare quei pochi ombrelloni e lettini che esauriscono le mie uniche risorse di sostentamento; qualcun’altro verificherà se sono stato o meno un buon cittadino, ma non sono un simulatore, non gioco né con la salute né con i sentimenti di pietà che non intendo invocare a fonte del mio futuro. Lei, Signor Sindaco può autorizzare o censurare le mie iniziative, credere o meno alla mia buona fede, far stazionare le sue truppe ovunque io tenti di lavorare (saranno sicuramente contenti quelli che, sulla base del principio per cui i controllori possono fare una sola cosa per volta, si sottraggono allo stesso rigore a me riservato) ma c’è una cosa che certamente Lei non può fare: irridere al mio dramma personale e attentare alla mia dignità beffeggiandomi sulla rete. Ho il diritto di violare la legge, se di questo si è trattato, e ho anche il diritto di stare male, a meno che non intenda mettere sotto accusa lo stesso personale, medico e non, del presidio medico di Ponza che ha manifestato sincera preoccupazione per le mie condizioni di sabato, spedendomi dritto a Formia per un controllo cardiologico ritenuto urgente. A proposito, dimenticavo di ricordarLe che neppure  il medico del Pronto Soccorso  è ponzese e che  pertanto è in grado di valutare le condizioni del cuore senza ascoltare le “ragioni del cuore”.