Quei soldi, una specie di tesoretto di 250mila euro, frutto di una vincita contestata finita in Tribunale a Latina sono ancora sotto chiave, congelati ormai da più di sette anni. Alternative per sbloccarli, dopo la prima sentenza di primo grado ha emesso una sentenza non sembrano esserci. Quei soldi infatti saranno «disponibili», una volta che si conoscerà l’esito del giudizio di secondo grado fissato per settembre a Roma davanti ai magistrati della Corte d’Appello. E’ questo l’ultimo capitolo di quella che è sembrata quasi una telenovelas di due ex amiche che si sono scontrate in aula per un Gratta e Vinci conteso e un processo con l’accusa di appropriazione indebita.
Anche la Procura aveva indagato e aperto un’inchiesta con il magistrato all’epoca dei fatti Chiara Riva che aveva disposto il sequestro della metà della somma della famigerata vincita. In un secondo momento le due ex amiche si erano affrontate in Tribunale con una sentenza che aveva condannato a nove mesi di reclusione una ragazza e i suoi genitori accusati di appropriazione indebita. Di quei soldi, mezzo milione di euro, esattamente la metà erano finiti sotto chiave. 

L'articolo completo in edicola con Latina Oggi (16 luglio 2016)