Sirene, elicotteri, uomini armati, ambulanze, soccorsi. Strade chiuse, viabilità paralizzata, una città sotto assedio: il terrore di Monaco di Baviera è passato anche davanti agli occhi di tanti ciociari, che lì vivono e lavorano. Racconti spezzati, arrivati in Italia attraverso collegamenti spesso interrotti: più di qualcuno ha cercato disperatamente di mettersi in contatto con i parenti per rassicurarli, anche attraverso i social network. Così alcuni ragazzi di Frosinone che, fino a ieri sera, non sono riusciti a chiamare. Un nuovo dramma quando sono ancora troppo fresche le ferite per l’attentato di Nizza.
La testimonianza di un isolano
Ermanno Cioni a Monaco di Baviera c’è nato. Lì vive con la moglie e due figlie ma la sua famiglia è originaria di Isola del Liri. Ieri pomeriggio, mentre si consumava la sparatoria all’Olympia Center, lui stava uscendo dal Museo nazionale, dove lavora. Quello che ha visto, una volta raggiunto il centro della città tedesca, è riuscito a raccontarlo a una cugina in una chiamata su WhatsApp mentre, trafelato e spaventato, correva a piedi verso casa.
«Sono entrato nella metro - ha detto il quarantatreenne - e mentre stavo per salire improvvisamente si è bloccato tutto. Dagli altoparlanti ci hanno ordinato di uscire immediatamente dalla stazione della metropolitana e un fiume di gente, ovviamente nel panico, si è riversata in strada. Puoi immaginare la paura quando abbiamo sentito che c’era stata una sparatoria: sirene, ambulanze, elicotteri sulle nostre teste. Mentre la tv tedesca ha ordinato il coprifuoco il mio unico pensiero, mentre correvo per raggiungere il mio appartamento, è stata mia figlia, che era da una sua amica. Le ho detto di non muoversi da lì. Ancora non capiamo bene cosa sia accaduto ma qui stiamo vivendo ore di terrore. Ho impiegato oltre due ore per arrivare a casa: non si trovavano taxi in giro. Non funzionava nulla».
Le parole di Arrigo di Cisterna
«Per tutti coloro che si stanno preoccupando e mi stanno contattando, dico tanta paura ma sto bene». Poche parole ma quanto basta per far tirare un sospiro di sollievo a parenti e amici di Arrigo Bozzato, ventiseienne di Cisterna, da tempo residente a Monaco proprio nella zona del centro commerciale. Il giovane pontino, dipendente presso la catena di ristoranti italiani “Oh Julia”, in quel momento si trovava a casa, come lui stesso ha raccontato a uno dei tanti amici che su Facebook chiedeva sue notizie: «Siamo chiusi dentro, circondati dalla polizia».
In pochi minuti, infatti, la sua pagina personale del famoso social network è stata invasa di messaggi di parenti e conoscenti. La sua abitazione dista alcune centinaia di metri dal punto della sparatoria, un tratto di strada che sicuramente Arrigo Bozzato fa quotidianamente. Non ieri, per fortuna.