Sequestri milionari, richieste di arresto, ipotesi di associazione per delinquere, contatti con la malavita di origine nomade, un intero Comune piegato ai voleri di un onorevole politico. Un romanzo criminale quello che stanno scrivendo in questi giorni gli inquirenti sulla pubblica amministrazione di Latina in generale e su Pasquale Maietta in particolare. Tutto ciò, o almeno molti dei casi emersi oggi, forse però potevano essere portati alla luce, affari sospetti e capitali dubbi bloccati, già quattro anni fa, quando chi indagava su quel fronte finì punito e con l’ufficio impegnato nella lotta ai tesori dell’illecito chiuso.
Non è un mistero per il Viminale e per la magistratura, visti i rapporti loro inviati ormai da lunghissimo tempo da parte del sostituto commissario Salvatore Marongiu, che in questura a Latina l’investigatore entrò in rotta di collisione con l’allora questore Alberto Intini, subendo un procedimento disciplinare, poi annullato dal Tar, e venendo spedito all’ufficio immigrazione dopo aver di fatto messo in piedi quello per l’analisi e il contrasto ai patrimoni sospetti, voluto dal precedente questore Nicolò D’angelo. Un poliziotto che, dopo aver bloccato veri e propri tesori della mala, fatto finire nelle mani dello Stato beni per circa 800milioni di euro e messo a punto un sistema che aveva portato la stessa Dia a chiedergli collaborazione, era stato relegato a compiti burocratici, decidendo alla fine di andare in pensione. Ma su cosa indagava in quel periodo Marongiu? Aveva iniziato a compiere accertamenti proprio su Maietta, sulle attività e sul patrimonio del parlamentare, su denaro in Italia e all’estero. Ora, nell’ordinanza di custodia cautelare emessa dal gip Mara Mattioli nell’ambito dell’inchiesta “Olimpia”, si legge che gli indagati contavano «anche su coperture nelle istituzioni, tra cui l'ex questore Intini». E in una conversazione intercettata, quando si parla del successore di Intini, l’attuale questore Giuseppe De Matteis, viene detto: «Non è così, non è così, mo’ il questore è cambiato, mentre Intini lo proteggeva, questo mo che fà? Ma secondo lui, confida sempre e ... questo .... è tutto un insieme, è tutto un casino». Questore contro il quale venne confezionata anche un’interrogazione parlamentare. Vicenda che ci conferma Marongiu: «Quando lavoravo su questi soggetti, che ora leggo che sarebbero stati protetti, venni buttato fuori e il mio ufficio chiuso». E ancora: «Continuo a testimoniare in tanti processi, a subire minacce da parte della malavita e mai dall’Amministrazione ho avuto protezione. Sono stato lasciato solo». Solo contro «Maiettopoli».