L’indiscrezione arriva dalla trasmissione televisiva di Chi l’ha visto. I particolari che sono stati svelati in diretta potevano essere conosciuti solo da chi sapeva qualcosa dei resti scheletrici ritrovati il 26 luglio del 2007 a Roma alla Magliana. Sono resti che potrebbero appartenere anche ad un uomo o una donna di Latina. Lo scheletro umano perfettamente composto fu ritrovato mezzo bruciacchiato ma intatto a causa di un incendio appiccato in una zona di campagna, un rogo di sterpaglie. In un secondo momento si venne a sapere che l’unico scheletro era stato ricomposto con i pezzi di altri cinque scheletri, poi accertati appartenere a tre donne e due uomini di età compresa tra i 20 e i 50 anni, uccisi probabilmente da un serial killer tra il 1989 e il 2003. L’ipotesi è quella di un serial killer, un collezionista di ossa per un motivo: ha ricomposto lo scheletro e non è escluso che abbia voluto farlo ritrovare appiccando l’incendio. Di questo parlerà la professoressa Carla Vecchiotti, genetista forense all’Università La Sapienza che si è occupata del caso. L’appuntamento è per la mattina del 25 marzo nel corso del convegno di giornalismo, medicina e diritto dell’associazione Progetto Futuro, Asl di Latina e Ordine dei Giornalisti insieme all’Associazione Stampa Romana nella sala conferenze dell’Ospedale Santa Maria Goretti di Latina. Del collezionista di ossa non si è saputo più niente, qualcuno aveva ipotizzato un collegamento con la scomparsa di Emanuela Orlandi di cui la genetista si è occupata. Il cranio dello scheletro, composto da 5 cadaveri appartiene ad una donna imparentata con un uomo della Magliana che lavorava per il Vaticano nel 1983 all’epoca del caso Orlandi e che era misteriosamente scomparso nel 2003. I documenti, oltre ad un marsupio e le chiavi, furono ritrovati vicino allo scheletro assemblato in maniera perfetta dal punto di vista anatomico, con le ossa di almeno cinque persone. Secondo alcuni, molto vicini alle informazioni sullo scheletro della Magliana, durante la trasmissione condotta da Federica Sciarelli (che ha ritenuto collegati la scomparsa dell’uomo della Magliana e il caso del Collezionista di ossa) sono arrivate alcune telefonate di persone che hanno affermato dei particolari che soltanto il serial killer poteva sapere. Il convegno di Latina parlerà anche di questo e si inserisce in un progetto più ampio di informazione medica e giornalistica mensile dei «Dialoghi della sanità pontina», uso ed abuso della notizia giornalistica.
Proprio sabato mattina si parlerà anche del consenso e del dissenso informato in medicina e della responsabilità medica nella somministrazione coatta di trasfusioni di sangue ai Testimoni di Geova, libertà di curarsi e di non curarsi a cura dell’avvocato Renato Mattarelli e di come si raccoglie il consenso del paziente da parte del medico e del diritto di scegliere e di morire come nel caso del dj Fabo.