Ci hanno impiegato un poâ di tempo, ma alla fine ce lâhanno fatta. I magistrati dellâAnm si fanno sentire sul caso dellâassegnazione degli incarichi fallimentari a professionisti esterni al territorio pontino dopo lo scandalo che ha portato allâarresto dellâex giudice delegato Antonio Lollo. A scrivere però non è la sezione di Latina dellâAnm, ma la Giunta Anm di Roma, circostanza che presta il fianco allâipotesi che i magistrati pontini, non tutti perlomeno, siano dâaccordo con i contenuti della nota diramata nelle redazioni degli organi di informazione. Nota che difende lâoperato del Presidente del Tribunale di Latina Catello Pandolfi «...finalizzata a creare una discontinuità con la gestione precedente, che aveva creato sacche di illegalità ».
Eppure, a parte Lollo, non risulta vi siano stati provvedimenti a carico di altri magistrati. Dunque, se la gestione precedente cui la Giunta romana di Anm si riferisce è quella della sezione governata da Antonio Lollo, il problema non si porrebbe, visto che lo hanno arrestato. Ma lâAnm insiste: «Non è pensabile che a fronte di un fatto grave come quello dellâarresto di Lollo e di alcuni professionisti non si intervenga con contromisure idonee a garantire, con il massimo rigore, lâassoluta affidabilità delle procedure, ponendole al riparo anche dal mero sospetto di essere gestite tuttâora in modo inappropriato». Câè qualcosa che non torna. Se lo scandalo dei fallimenti è stato reso possibile soltanto con la regia di un giudice, e se quel giudice è stato allontanato, come potrebbero «i professionisti seri che da sempre operano nel territorio pontino ed estranei alla mala gestio di altri», dare vita ad un nuovo scandalo? Affrontata alla maniera dellâAnm, la questione si presta ad una conclusione diversa, anche se provocatoria, da quella che ha avuto: forse gli incarichi del dopo Lollo non andavano sottratti ai professionisti seri e onesti della provincia di Latina, ma più semplicemente affidati a magistrati napoletani.
E per concludere, le recenti polemiche cui si riferisce la Giunta romana di Anm, non sono giornalistiche, ma sollevate dagli Ordini degli Avvocati e dei Commercialisti, ai quali nella nota non si fa alcun riferimento esplicito.
Caso Lollo e incarichi professionali, l'ANM difende il presidente Pandolfi
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