Secondo i giudici del Tribunale del Riesame «Hanno fatto parte della consorteria criminale i due investigatori finiti in carcere nellâambito dellâoperazione Donât Touch». I giudici descrivono così la condotta di Carlo Ninnolino della Questura e del carabiniere Fabio Di Lorenzo, arrestati perchè secondo lâaccusa fornivano ad alcuni indagati delle notizie riservate sullo stato delle indagini. Nel caso del poliziotto i magistrati sottolineano che «Ha assunto un ruolo specifico e nientâaffatto marginale, dinamico e rilevante per le strategie criminose dellâassociazione». I giudici romani nelle motivazioni sono molto duri. «Eâ lâemblema del malcostume imperante nella pubblica amministrazione».
L'articolo completo in edicola su LATINA OGGI del 20Â dicembre 2015